Scala, gli orchestrali: «Lissner va via? Bene, risparmieremo»

(...) Seguirono uno dopo l’altro Carlo Fontana, Mauro Meli e appunto Stéphane Lissner, che infine ha riportato la pace in teatro. sarebbe in lizza con Gérard Mortier, in uscita dall’Opéra di Parigi) allo Staatsoper di Berlino. Il galateo dei contratti nei principali teatri europei, da Parigi a Vienna a Londra, prevede che i rinnovi avvengano con uno o due anni di anticipo. E il ritardo sulla tabella di marcia inevitabilmente causa malcontento, anche perché Lissner è impegnato anche in vista dell’Expo 2015.
A tenere in scacco il teatro è il Fials, sindacato di maggioranza dell’orchestra che trova sempre più adepti anche nel coro. Gli orchestrali ribelli non piangono per le notizie che danno in partenza il sovrintendente francese. Lissner va via? «Benissimo. Uno in meno: risparmieremo un sacco di soldi. Ma tanto non se ne andrà, perché non è facile trovare un teatro che lo tratta bene come questo» taglia corto il leader del Fials, Sandro Malatesta. E prevede: «Forse il peggio non è ancora arrivato». Insomma, è guerra aperta, con una «minoranza luddista e ricattatrice» (come la definiscono dalla sovrintendenza) che tiene in ostaggio le recite. Incluso il Don Carlo di Sant’Ambrogio. Lo sciopero non è ancora stato ritirato, al contrario - dopo un momento di tregua - è stato allargato a sorpresa anche alle ultime tre recite della Vedova Allegra, previste per il 19, il 21 e il 23 novembre.


Secondo l’ultimo accordo tra Cgil, Cisl, Uil e la Scala, insieme alle tredicesime arriverà anche un acconto dell’80 per cento degli aumenti pattuiti con l’integrativo bocciato dal Fials. L’intenzione è dare l’anticipo a tutti i lavoratori tranne gli iscritti al Fials, che non ha sottoscritto l’accordo.
Sabrina Cottone

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