Milano - Il sovrintendente del teatro alla Scala Stéphane Lissner torna a chiedere che nel decreto Bondi vi sia «un regolamento ad hoc» che risponda alle esigenze specifiche del teatro. Mercoledì, ribadirà il concetto al ministro stesso che ha convocato i sovrintendenti delle fondazioni lirico-sinfoniche. Cosa s’aspetta dall’incontro? Lissner confessa di essere perplesso. «Io - spiega - sono un francese, cartesiano, quindi mi attenderei due possibilità. A: i sovrintendenti si riuniscono, c’è una concertazione con il governo che decide e fa una legge. B: il governo decide in autonomia il decreto che dopo 60 giorni diventa legge. Qui si sta percorrendo una via di mezzo e io fatico a capire. Sono convinto che la Scala debba continuare a fare quello che ha fatto negli ultimi anni, e l’esito sono i bilanci in pareggio per cinque anni consecutivi, ricavi propri e internazionalità». Che sono poi i parametri che avrebbero dovuto garantire quel «regolamento ad hoc» previsto inizialmente dal decreto per la Scala e per Santa Cecilia.
Anche per via delle proteste, il clima è teso. Quindi Lissner ha illustrato il nuovo cartellone scaligero durante un incontro informale.
La stagione 2010/11 conta 20 titoli fra opere e balletti. S’inaugura il 7 dicembre con Die Walküre di Wagner e un supercast: René Pape, Waltraud Meier, Nina Stemme, Simon O’Neill (per la prima volta alla Scala). Sul podio il direttore scaligero, Daniel Barenboim che - per la verità - non sarà presentissimo. Si aggiudica la combinata della prima opera e del primo balletto di stagione, un concerto sinfonico a novembre, un recital pianistico e poi una serata con la sua orchestra israelo-palestinese West-Eastern Divan. Ma la sua ombra è presente con Tosca affidata al giovanissimo e promettete Omer Meir Wellber, israeliano: un debutto, il primo di una serie. Non ha mai diretto alla Scala neppure Yannick Nezet-Seguin, atteso in giugno per Roméo et Juliette, e così Nicola Luisotti che dirige l’unico titolo verdiano in cartellone, Attila, e poi ritornerà per altre due stagioni. Idem per Franz Welser-Most che nel settembre 2011 dirige Arabella di Strauss in una produzione scaligera, quindi i leggendari Wiener Philharmoniker secondo un progetto di scambio con la Scala che è ospite della viennese Staatsoper con Simon Boccanegra e Requiem di Verdi. Cavalleria rusticana e Pagliacci riportano alla Scala, in un colpo solo, vecchie conoscenze scaligere come Salvatore Licitra e José Cura. «Questo è l’anno dei grandi cantanti», dice Lissner che spiega la difficoltà ad aggiudicarsi cantanti di vaglia. «Sono gli artisti che più di tutti vengono scritturati in anticipo poi alcuni temono di cantare il repertorio italiano alla Scala, considerato il pubblico esigente», spiega Lissner. Che oltre a Cura, riporta alla Scala altri due cantanti di classe sudamericani: Florez e Alvarez.
Il sovrintendente rimarca la novità del futuro cartellone: «Ho voluto due cast che però pongo sullo stesso piano, cioè non considero l’uno di primo e l’altro di secondo livello. Desidero che ogni sera alla Scala sia di alto livello». Quanto alla musica contemporanea, debutta Quartett di Francesconi con la direttrice finlandese Susanna Malkki, e così, con la Scandinavia delle pari opportunità, alla Scala si offre per la prima volta a una donna la conduzione di un’opera.
Per le stagioni a venire, confermate altre due commissioni, a Sciarrino e Battistelli. Altro finlandese di valore è Esa Pekka Salonen che dirigerà alla Scala nel 2014 e 2015. 2015: anno dell’Expo con il direttore Gatti presente con Parsifal e una tournée in Giappone esportando Verdi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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