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In scaletta qualche suo grande successo del passato e molti brani tratti dagli ultimi cd «Back to jazz» e «Nostaljazz» Lauzi torna al Jazz, antico amore A Villa Celimontana domani il concerto del cantautore genovese che sarà accompagnato da un quarte

Simone Mercurio

«Programmi per il futuro? Diventare un bel vecchio». Eccolo il quasi settantenne Bruno Lauzi, un uomo e un musicista straordinario, che domani sera suonerà a Villa Celimontana, dalle 22, proponendo il suo spettacolo dal titolo «Nostaljazz», un revival tra classici rivisitati in chiave ancora più swing degli originali.
Lauzi gira l’Italia in compagnia di tre amici musicisti e porta in giro quella sua inconfondibile maschera. Capelli ricci e bianchissimi come i baffi, su una statura non certo altissima e sulla quale ironizza «Rabbia ed orgoglio sono concentrati in poco spazio in me - dice - sapete, la base è quella che è, l’altezza la vedete pure voi, e cosa volete che possa essere la profondità?». Autoironia, dunque, che non lo abbandona neanche quando parla della sua ormai evidente malattia (Bruno Lauzi è stato colto dalla sindrome del Parkinson, ndr). Così, quando gli dai la mano ti ringrazia perché «almeno per qualche secondo me la fermi».
Personaggio splendido, dunque. Che da qualche anno ha ritrovato il gusto di girare con la sua musica.
«Ritornerai», «Onda su onda», «E penso a te», «Il poeta». Queste e mille altre canzoni hanno fatto conoscere Bruno Lauzi in tutto il mondo e hanno contribuito alla meritatissima fama della scuola genovese. Non tutti però sanno che il grande amore musicale di Lauzi è sempre stato il jazz e nel primo quartetto in cui si esibiva ai tempi del liceo, militavano altri due futuri e fondamentali cantautori come il compagno di banco Luigi Tenco e Gino Paoli. Questa passione è rimasta intatta negli anni come testimoniano i due dischi di sapore jazzistico («Back to jazz» del 1987 e il recente «Nostaljazz») incisi insieme ad alcuni dei migliori jazzmen italiani.
«Lo Swing è per me il richiamo della foresta - dice- il ballo dell’orso, l’attrazione primordiale, il ricordo di un’adolescenza passata sognando con Luigi Tenco, un improbabile sbarco a New York (che è di strada per andare a Hollywood) per soccorrere gli amici Gershwin, Porter e Rodgers, che erano sicuramente assetati di idee nuove e soprattutto di nuovi entusiasmi». Un grande cantautore e un meraviglioso interprete, dunque, che per molto tempo è stato sottovalutato. Molte possono essere le ragioni: dalla prestanza non scultorea al non essere allineato politicamente.

Fatto sta che le sue incredibili capacità di vocalist e le sue ottime d’autore per troppi anni sono state forzatamente relegate a un pubblico di filologi del cantautorato oppure ad appassionati del jazz.
Stasera sul palco di Villa Celimontana con Bruno Lauzi saranno Gianni Sanjust al clarinetto, Riccardo Biseo al pianoforte, Giorgio Rosciglione al basso e Gegè Munari batteria.

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