RomaLa seconda ondata di maltempo a Roma è risultata indigesta soprattutto a chi tentava di arrivare nella capitale con laereo e a chi, dalla stessa città, tentava di volare via. Tra venerdì e ieri sono stati cancellati nello scalo internazionale di Fiumicino oltre sessanta voli. Solo ieri pomeriggio è stata cancellata la metà delle partenze e degli arrivi. Per gran parte della giornata, infatti, ha funzionato soltanto una delle tre piste a causa della tormenta di neve che si è abbattuta anche sul litorale capitolino nella tarda mattinata. I problemi maggiori, però, sono venuti dal ghiaccio formatosi sulle ali dei velivoli in attesa di partire. Lo scalo internazionale Leonardo da Vinci ha così vissuto una giornata da dimenticare. Lontano dagli standard di efficacia richiesti in queste circostanze. Lo stesso aeroporto si è trovato impreparato allemergenza. Ne sa qualcosa un centinaio di persone che avevano deciso di raggiungere Bruxelles venerdì sera con un volo Alitalia. Limbarco è avvenuto soltanto ieri mattina (era in programma venerdì sera alle 21,15). Per tutta la notte i passeggeri sono praticamente rimasti soli in uno scalo deserto senza assistenza e senza alcuna notizia sicura sul volo. Solo verso luna di notte è stato aperto un bar per fronteggiare lemergenza con la distribuzione di snack e di bottigliette dacqua. Unodissea simile è toccata a duecento passeggeri in partenza per San Paolo (Brasile). Il loro volo era in programma alle 22 di venerdì ed è decollato soltanto ieri alle 15. Per fronteggiare al meglio la situazione di disagio lEnac (ente nazionale per laviazione civile) ha disposto il rallentamento del traffico aereo da e per Fiumicino con una riduzione del 50 per cento dei voli tra ieri pomeriggio e questa mattina. Privilegiando, spiegano i responsabili dellente che controlla il traffico aereo, «i voli di medio raggio che richiedono anche minor tempo per le operazioni di sghiacciamento, mentre quelli a lungo raggio sono stati «riprogrammati» dopo la mezzanotte.
E pensare che gli stessi responsabili di Aeroporti di Roma avevano nel pomeriggio di ieri annunciato che «a Fiumicino sono operative quattro macchine di de-icing, numero che si è dimostrato, in condizioni medie di gelo, più che sufficiente a sghiacciare gli aeromobili anche in occasione di situazioni meteo straordinarie». I responsabili dello scalo ricordano che il primo fine settimana di febbraio è stato affrontato e superato brillantemente con i mezzi a disposizione e giudicano, invece, le condizioni del secondo fine settimana così straordinarie da rendere anche i mezzi a disposizione insufficienti. LEnac ha quindi invitato le compagnie aeree a tenere aperti gli uffici anche di notte per dare il massimo supporto ai passeggeri bloccati nello scalo. Stessa esortazione per ristoranti ed esercizi commerciali, mentre la Protezione Civile ha predisposto un presidio manco si trattasse di zona colpita da valanghe o da metri di neve. Per consolarsi non vale dirsi che è una situazione eccezionale; che il freddo fuori norma proveniente dalla Siberia sta letteralmente paralizzando mezza Europa. Se, infatti, si va a vedere ciò che succede fuori dal «particulare» di casa nostra si scopre che anche se il Danubio è ghiacciato e se in Polonia e Ucraina la colonnina è scesa sotto i meno trenta gli scali «internazionali» non hanno rallentato le proprie attività. A Vienna, per esempio, nelle stesse ore in cui laeroporto Leonardo da Vinci viveva una delle sue giornate peggiori del 2012 i voli registravano al massimo 20-30 minuti di ritardo.
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