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Scandalo: «para» Zauri, Fiorentina quasi in B

Cristiano Sala

da Roma

La Fiorentina corre il pericolo di salutare la serie A per una clamorosa svista dei signori Rosetti di Torino e del suo assistente Pisacreta di Salerno. Minuto numero 30: Miccoli dai venti metri lascia partire un bolide che Peruzzi devia sulla traversa. Il pallone finisce sui piedi di Jorgensen che, dalla sinistra, pesca l’angolo giusto: Zauri, in un tentativo disperato di salvare sulla linea, oltre alla testa allunga anche il braccio e con questo devia il pallone in angolo. Sarebbe calcio di rigore ed espulsione per il difensore biancoceleste ma né il direttore di gara né il suo assistente si accorgono del fallo. Dalla tribuna gli applausi per Zauri sono sinceri: soltanto chi ha potuto rivedere le immagini ha cominciato il passaparola spargendo la voce sull’intervento galeotto. Proteste in area dei viola, Rosetti che domanda a Giannichedda la dinamica dei fatti e il capitano risponde con la voce di uno che sta rischiando di andare in serie B: «Mi sembra l’abbia toccata con la testa».
Questo il giallo ma poco importa sapere chi è stato l’assassino. La Fiorentina, con il pari dell’Olimpico e la vittoria del Brescia sul Messina, si giocherà tutto nell’ultima giornata in uno spareggio da brividi contro i lombardi. Potrebbe anche non bastare la vittoria sul Brescia, bisognerà contare sui risultati degli altri campi. La Lazio, dal canto suo, dimostra ancora una volta che l’ossigeno rimasto nelle bombole è davvero poco. L’Olimpico, ieri pomeriggio, è stato teatro dell’ennesimo pareggio al cloroformio.
I tifosi capitolini chiedevano una prova d’orgoglio dopo il derby più molle degli ultimi decenni. Buoni propositi che durano neanche 120 secondi. Punizione di Miccoli sul lato sinistro dell’area, Chiellini dalla parte opposta devia sulla traversa con Maresca solo a ribattere a rete con un colpo di testa. Zoff, che non esultava neanche quando era presidente-allenatore della Lazio di Cragnotti, si concede un mezzo sorriso. La Lazio prova a rispondere con una punizione di Oddo ma sono i viola a tenere il campo con il genio di Miccoli che al 10’ impegna su calcio piazzato Peruzzi. Tra i biancocelesti l’unico in giornata è Rocchi. L’ex empolese (insieme ai Filippini l’unico affare degli acquisti lampo di Lotito) tiene in piedi la baracca e al 17’ impegna Lupatelli in angolo dopo una deviazione ravvicinata. Corner fondamentale: sullo spiovente successivo Siviglia colpisce di testa battendo il portiere viola.
Due errori difensivi per parte e pareggio che annuncia scintille. Niente da fare perché le squadra addormentano il gioco e forse anche la terna arbitrale. Il fattaccio di Zauri al 30’ lo dimostra. Nel secondo tempo difficile trovare azioni salienti. Ad ogni azione interrotta i giocatori corrono verso la panchina a prendere acqua e notizie dagli altri campi. Sulla panchina laziale il più scatenato è Di Canio. Smania, si dispera, sbircia sui foglietti dei compagni dove si aggiornano i calcoli ad ogni cambio di risultato. Come per Liverani nel primo tempo, anche per Miccoli la partita finisce anzitempo. Botta al tendine per il folletto e cambio obbligato con Bojinov. Soltanto due i brividi. Il primo viene dalla notizia del gol del Brescia, il secondo dal salvataggio sulla linea di Oddo dopo un tiro di Maresca dalla distanza. I fischi a fine partita salutano la stagione della Lazio alla ricerca ancora di un punto per la salvezza. Furibondo al termine Diego Della Valle: «Siamo massacrati così da gennaio, questo arbitro è stato preoccupante». Scatenato anche Angelo Di Livio: «È una vergogna, c’erano rigore ed espulsione, è tutto l’anno che ci trattano così.

Giochiamo da sempre contro tutti».

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