Una scarica di pistola elettrica: catturato il kamikaze in fuga

Yasin Omar bloccato dalla polizia a Birmingham: aveva tentato di farsi esplodere a Londra. Altri 3 arresti, trovate 16 bombe in un’auto a Luton

Guido Mattioni

nostro inviato a Londra
Una frazione di secondo. Una scarica elettrica azzurra che ha squarciato per un istante il buio della notte a Hey Mills Road, nel tranquillo quartiere di Small Heat, a sud est di Birmingham. Yasin Hassan Omar, 24 anni, uno dei quattro aspiranti kamikaze che il 21 luglio scorso avevano tentato di bissare a Londra la strage di due settimana prima, non ha reagito. Non ne ha avuto il tempo. La scossa della speciale pistola paralizzante usata da uno degli agenti entrati nella casa dove si era rifugiato, lo ha fatto afflosciare a terra all’istante, come un sacco vuoto. La sua fuga è finita così, alle 4.30 del mattino. Subito seguita dal trasferimento in una cella di massima sicurezza della stazione di polizia di Paddington Green, nella capitale.
Ed è stata una lunga notte, per gli uomini della locale polizia del West Midland e dei loro colleghi delle squadre speciali di Scotland Yard e dell'MI5, giunti da Londra per coordinare l’operazione. Perché soltanto mezz’ora dopo, verso le 5, e a poca distanza in linea d’aria, a Bankdale Road, quartiere di Washwood Heat, periferia orientale di Birmingham, una seconda irruzione-lampo in una delle tante casette di mattoni tutte uguali, ha portato alla cattura di altri tre uomini ancora senza nome. Ma arrestati, ha precisato Scotland Yard, «in esecuzione di un mandato ottenuto in base al Terrorism Act del 2000» e subito incarcerati a West Midland. Ma è stata lunga, la notte (e l’intera giornata), anche per gli abitanti dei due pacifici quartieri che hanno fatto da teatro ai blitz delle forze dell'ordine. Lo è stata, in particolare per un centinaio di famiglie residenti nell’isolato attorno all’abitazione dove è stato arrestato Omar, costrette a una prudenziale evacuazione dopo il ritrovamento, all’interno dell’ultima "tana" del terrorista braccato, di un non meglio specificato ordigno esplosivo, forse addirittura uno dei micidiali zainetti usati sia nella serie di attentanti portati a termine il 7 luglio scorso (bilancio: 56 morti e 700 feriti) sia in quella fallita del 21 luglio seguente.
Ma gli eventi di ieri, dopo giorni di frustrazione e preoccupazione crescenti per l'assenza di significativi risultati da parte delle forze dell'ordine - «i terroristi in fuga, braccati e senza più nulla da perdere, possono colpire ancora», non si è mai stancato di ripetere in modo quasi scaramantico Ian Blair, il capo di Scotland Yard - erano evidentemente destinati a non finire lì. Ma a proseguire, come accade dopo una forte scossa di terremoto, con uno «sciame sismico». In questo caso una serie di notizie (comprese le perquisizioni nei quartieri settentrionali londinesi di Finchley e Enfield, e in serata quello già noto di Stockwell) che ha fatto impazzire i media. L'eco dei quattro arresti non si era infatti ancora spenta, quando si è saputo che nel corso della stessa notte, verso le 23, nell’ambito di un’operazione non connessa con quelle di Birmingham, erano stati catturati altri due individui sospetti alla stazione di Grantham, nel Lincolnshire.
La coppia si trovava a bordo di un treno partito da Newcastle e diretto proprio verso quella che, con 21 vittime, era stata la peggiore delle «macellerie» del 7 luglio scorso, ovvero la stazione londinese di King’s Cross. La stessa dove si incrociano le linee del «Tube» prese di mira sia il 7 sia il 21 luglio. E ancora la medesima dove una settimana fa i quattro falliti attentatori si erano dati il loro folle appuntamento. Ma la mattinata non si era ancora conclusa, quando un altro allarme si è aggiunto allo sciame delle notizie: l’arresto di un altro uomo, all’aeroporto londinese di Luton, mentre stava per imbarcarsi su un volo della compagnia Ryan Air diretto a Nimes, in Francia. Solo qualche ora più tardi si è saputo che si era trattato di un errore e che l’individuo è stato rilasciato. La polizia ha precisato che non era risultato nulla a suo carico. Per lo scalo di Luton, però, quella di ieri è stata indubbiamente una giornata di inattesa notorietà: la televisione americana Abc News ha infatti diffuso le immagini di quanto è stato ritrovato dalla polizia proprio all’aeroporto di Luton: 16 ordigni esplosivi nascosti nel bagagliaio di un’auto a noleggio parcheggiata nell’area aeroportuale.

Come a dire che la strage del 7 luglio avrebbe potuto essere di dimensioni ancora peggiori. O che, forse, quell'auto era il «magazzino scorte» di chi si sente investito della missione di ripulire il mondo dagli «infedeli».

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