Ma torniamo all'Enel e ai suoi parchi eolici. Ne vogliono installare uno al largo della mia Sicilia. Sarebbe, dicono, il primo parco eolico italiano, con 115 torri, alte ciascuna 100 m e con pale di altrettanto diametro, conficcate a 30mdi profondità nel sottosuolo del fondale marino di fronte al bel golfo di Gela: Attila non avrebbe saputo far meglio. Eppure, l'amministratore delegato dell'Enel se ne vanta: «Questo progetto rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra impresa, istituzioni locali e associazioni amiche dell'ambiente», ha sentenziato.
Virtuoso? Mah, è vero che io non sono esperto di virtù, ma nel caso specifico non capisco che c'entri. Associazioni «amiche» dell'ambiente? Ci farebbe piacere conoscerne i nomi: dai nemici mi guardi Iddio che dagli amici mi guardo io. «Collaborazione » tra impresa e istituzioni locali? A questo proposito il Der Spiegel tedesco definì l'eolico «la meglio sovvenzionata distruzione dell'ambiente». Chissà se all' Enel lo sanno, visto che dichiarano di «credere nell'eolico». E atto di fede deve essere, perché se esercitassero la ragione mai si sarebbero imbarcati in tale progetto. O forse poco gl'importa, visto che, alla fine, paghiamo noi utenti. Il progetto costa mezzo miliardo e fornirà energia elettrica «sufficiente a soddisfare il fabbisogno di 390mila famiglie». Mi chiedo quand'è che la smetteranno - anche all'Enel - di usare la «famiglia» come unità d'energia.
La verità è che quelle 115 torri (fatemelo ripetere: 115) erogheranno meno di un decimo dell' energia che erogherebbe un solo reattore nucleare, costando però solo 4 volte di meno di questo. Edopo che sono state installate, potranno i siciliani evitarsi un impianto nucleare, a carbone o a turbo gas? Purtroppo, no: sapete com'è, quando il vento non soffia... Il dottor Conti si vanta che la produzione Enel è al 30% senza emissioni. Non dice però che l'eolico in Italia incide per meno dell'1% (e il FV per meno dello 0.0001%): quel 30% di Enel, immagino, è tutto idroelettrico. Di cosa avremmo bisogno, allora, per raddrizzare questo nostro povero sistema elettrico nazionale? Nell'immediato, dovremmo aumentare le installazioni di impianti a carbone, e di nuovi elettrodotti in modo da aumentare le importazioni di energia elettrica dalla Francia.
Magari cercando di frenare le speculazioni che, anche su queste importazioni, si stanno perpetrando ai nostri danni: oggi, rispetto a quelli di produzione, i costi all'ingrosso dell'energia elettrica alla Borsa di Parigi sono quadrupli, con immaginabili danni per il nostro Paese (ma questa è un'altra storia, da affrontare un'altra volta).
Infine, inutile ripeterlo, bisognerebbe accelerare al massimo l'avvio del nucleare in casa. Ma è necessario, soprattutto - e questo va al primo posto - interrompere ogni sperpero di denaro pubblico su eolico e fotovoltaico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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