Caro direttore,
non sono rom, sono siciliana. Hai presente la barzelletta? Gli americani hanno i negri e gli italiani i terroni perché loro hanno scelto prima. Ecco, quando sento parlare di vizi e reati etnici penso subito che qualche anno fa poteva capitare a me di dover intingere il dito nellinchiostro.
Nessuno mi ha mai schedata tra gli scansafatiche sospetti o i presunti affiliati a Cosa nostra, ma so che qualcuno lo avrebbe fatto volentieri se solo avesse potuto. Ancora adesso c'è chi mi fa il verso per le «e» aperte e le «o» spalancate. In quei momenti mi sento comunitaria come una nomade dei campi o la signora con la gonna a ruota che legge la mano sotto casa. E negli ultimi tempi il piacere della differenza è tornato a essere paura della diffidenza.
Poco importa se al bar o sugli autobus ce lhanno con i rom e non con i meridionali. Sarà il riflesso condizionato di chi è abituato a difendersi dai pregiudizi, ma non riesco a pensare di prendere le impronte digitali a una persona in base alla sua provenienza geografica.
Oggi tocca ai rom, domani ai napoletani rei di immondizia, dopodomani a tutti gli italiani, perché nessuno avrà dimenticato gli attacchi del Financial Times a Berlusconi, le diffidenze dell'Unione europea, la copertina di Der Spiegel con spaghetti e pistola o la rivista che aveva pagato due scugnizzi dei Quartieri Spagnoli pur di mantenere vivi i deliri di superiorità dei suoi lettori. C'è sempre un Sud un po' più a Sud, un furbo più furbo, una stirpe leggermente più eletta.
Sono convinta che non ci sia nulla di male a lasciarsi prendere le impronte digitali, a rinunciare a qualche idea astrattamente libertaria per essere sicuri. In Francia hanno appena deciso di schedare i minorenni a rischio. Negli Stati Uniti mettono sotto controllo le orme dei piedi dei neonati, nessuno grida allo scandalo né si sente defraudato di diritti, privacy o altri beni immateriali. Gli americani non si arrabbiano e non si sentono schiavi. Non si indignano gli stranieri, invitati appena atterrano a lasciare traccia del polpastrello ai poliziotti dell'Immigrazione.
La differenza è che negli Usa, anche il giorno dopo l'Undici Settembre, non è saltato in mente a nessuno di prendere le impronte del dito e le tracce dell'occhio solo a pakistani, irakeni, sauditi. In Francia schedano ogni minorenne ritenuto socialmente pericoloso, francesi inclusi. Le buone leggi valgono per tutti.
Non dubito delle migliori intenzioni del ministro dell'Interno.
Schedate anche me
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