Gli schiaffi del Werder fanno arrossire l’Inter Mourinho fa mea culpa

nostro inviato a Brema

Quando non sai se vincere o perdere quasi sempre anneghi. E così è venuta fuori la peggior prestazione di quattro mesi con Josè Mourinho, premiata con una qualificazione agli ottavi di Champions league e scandita dagli olè dei tifosi tedeschi che hanno visto il loro Werder mettere l'Inter in un angolo e picchiarla forte. Loro in Europa meritatamente anche se in Uefa, l'Inter agli ottavi con vergogna. «Dopo aver chiuso questo girone con 8 punti - proclama Mourinho senza attenuanti -, agli ottavi ci meritiamo una grande come Manchester o Barcellona».
Eppure dopo quel primo tempo soporifero, chi l'avrebbe immaginato. Dieci precedenti in casa con le italiane, mai perso, ma questo Werder non è un'armata, per fortuna dell'Inter che rispetto a quella di campionato qui sembra in versione sperimentale. Il primo tempo lo giocano in quattro, Maicon, Cordoba, Cambiasso e Zanetti, bastano e avanzano, il Werder parte forte, ma si muove in orizzontale e mette sonno. L'Inter ribatte come una squadra qualsiasi, il tridente là davanti è malinconico, Adriano e Quaresma corrono, Mancini sembra il più imbastito, tocca meno palloni, non entra mai nel vivo. Il Werder gioca per restare in Europa, l'Inter perché la obbliga il calendario. Attorno al ventesimo Mancini pesca in area Adriano che si confonde, davanti a Wiese dovrebbe fare un pallonetto, invece tira fuori un campanile che getta nello sconforto anche Mourinho.
Ma se non sai cosa fare, o non hai voglia di fare, prima o poi all'avversario viene qualche idea e ti frega. Tempo che finisce con due spunti: Pizarro di testa che su angolo costringe Julio Cesar alla prima parata vera, e Mertesacker che nel tentativo di appoggiare all'indietro per Wiese costringe il suo portiere alla parata più difficile dei primi quarantacinque minuti.
Non è questione di qualificarsi con soli otto punti, è questione che in Europa certe figure non si possono fare. Questa non è l'Inter che può dettare legge, non è neppure una squadra che se la può giocare su qualsiasi campo, è solo noia e chiacchiere della vigilia.
Mourinho pensa a qualcosa e dopo l'intervallo spariscono Adriano e Materazzi, dentro Ibrahimovic e Maxwell, lo schieramento non cambia, c'è sempre una punta con due ali larghe, Burdisso scala al centro, Maxwell gioca da esterno sinistro ma l'Europa per l'Inter resta una cosa brutta.
Ibra fa delle cose sui nervi, ma è Julio Cesar invece che deve salire in cattedra, lavora come un mulo, c'è solo un colpo di testa di Burdisso che Fritz salva sulla riga e poi c'è improvvisamente ancora tanto Werder fino al gol di Pizarro, implacabile a timbrare la più brutta Inter della stagione. E il paradosso è che resta ancora prima del girone. Almeno fino a quando il Panathinaikos non passa in vantaggio portandosi primo. Ma a questo punto è anche un paradosso che questa Inter sia qualificata in Europa con una sola partita seria vinta, la prima ad Atene, quella che secondo Mourinho avrebbe condizionato tutto il resto della sua Champions.
E non basta perché poi anche Rosenberg va in gol, con tutta la difesa che va sotto da paura, Cordoba e Maxwell in particolare, con Mourinho silente e pensieroso.

Ha messo dentro anche Balotelli. Josè è in una di quelle sere che è meglio lasciarlo perdere, ci sono dentro tutti gli attaccanti che ha a disposizione. Ibra nel finale fa un gol dei suoi, dimezza le distanze, non la brutta figura.

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