Schianto tra due treni in stazione: 56 feriti

I macchinisti interrogati dagli investigatori: «Il nostro semaforo era verde»

Massimo Malpica

nostro inviato a Roccasecca (Frosinone)

Un violentissimo tamponamento tra due treni locali a Roccasecca, paesino di settemila abitanti in Ciociaria che diede i natali a San Tommaso, riapre le polemiche sulla sicurezza delle ferrovie. I feriti sono 56, una decina dei quali in gravi condizioni. In particolare una bambina italo-inglese di 8 anni, Gabriella, e una donna di 40, trasferite a Roma, in serata erano ancora in bilico tra la vita e la morte. Ma la dinamica dell’incidente è stata tale che solo un miracolo ha impedito che il bilancio fosse più drammatico. Il ministro Pietro Lunardi ha immediatamente istituito una commissione di inchiesta per accertare le cause e le responsabilità del tamponamento, il procuratore capo di Cassino Gianfranco Izzo, con il sostituto Maria Beatrice Siravo, ha aperto un fascicolo per disastro colposo. Si indagherebbe anche su un malfunzionamento del semaforo, oltre che su una serie inquietante di precedenti incidenti: nella piccola stazione, la sera del primo gennaio di sette anni fa, sarebbero morti due ferrovieri in uno scontro tra treni in manovra sullo stesso binario.
Il disastro si verifica alle 15.21 di ieri, un gelido martedì, con il Roma-Cassino fermo sul secondo binario alla stazione di Roccasecca, pronto a partire verso Sud di lì a pochi istanti. Visi di studenti che tornano a casa per Natale da Roma affacciati ai finestrini scrutano i marciapiedi quasi deserti della stazione di Roccasecca, in provincia di Frosinone, e accanto a loro ci sono famiglie e pendolari. Anche l’altro treno arriva da Roma, ma è diretto a Campobasso, e in questo paese della Ciociaria è solo in transito. Dovrebbe passare senza fermarsi, proseguire la sua corsa verso il capoluogo molisano, ma qualcosa va storto. Forse i macchinisti non si accorgono del semaforo rosso che dovrebbe avvisarli che quel binario è ancora occupato, forse è lo scambio che non funziona, oppure, come riferiscono alcuni testimoni, è il sistema automatico che dovrebbe «frenare» il treno due chilometri prima della stazione quando la strada è occupata che è andato in tilt.
Lo sostengono anche i due dipendenti di Trenitalia alla guida della motrice, che interrogati dal pm confermano: «Il semaforo era verde», giurano entrambi. La linea era libera. Non abbiamo avuto nessun segnale di divieto. Quando ci siamo resi conto che stavamo viaggiando su un binario occupato da un altro treno ormai era troppo tardi. Abbiamo attivato i freni, ma non ce l’abbiamo fatta». Un guasto incredibile, che peraltro si sarebbe già verificato una volta negli ultimi giorni, probabilmente per il gran freddo, costringendo un treno a una sosta prolungata per riparare il danno. Di certo ieri i due ai comandi del convoglio, mentre ai lati del locomotore cominciano a sfrecciare i cartelli blu della stazione di Roccasecca, improvvisamente si rendono conto del treno fermo di fronte a loro e dell’irreparabile che sta per accadere.
Non c’è tempo e non c’è spazio per evitare il tamponamento: i macchinisti azionano i freni e cominciano a correre lungo il treno, urlando ai passeggeri di aggrapparsi a qualcosa, avvertendoli dell’impatto imminente e inevitabile. Pochi istanti dopo lo schianto: un rumore pauroso, «roba da attentato», raccontano allibiti, più tardi, gli abitanti del paesino e poi i vagoni del Roma-Campobasso schiacciano quelli del treno per Cassino, i convogli si intrecciano tra loro, saltano fuori dai binari, si contorcono gli uni sugli altri, devastati, in un frastuono che sembra durare minuti, fino a quando l’unico rumore che riempie l’aria è quello delle urla dei feriti. I primi a scendere sono i passeggeri delle carrozze più lontane dall’impatto, che se la sono cavata con qualche acciacco e molta paura. Che diventa terrore quando capiscono a cosa sono scampati. Sui binari, tra le traversine, sui marciapiedi decine di uomini, donne e bambini coperti di sangue. «C’era chi urlava, chi teneva la testa tra le mani, chi era steso per terra immobile, come morto», racconta Anna tenendosi un fazzoletto sulla testa, dove solo un piccolo graffio le ricorda di essere appena uscita quasi indenne da un deragliamento. Arrivano subito i soccorsi, mezzi della Protezione civile, dei pompieri, decine e decine di ambulanze che corrono a sirene spiegate dalla stazione di Roccasecca e i vicini ospedali di Cassino, Sora, Frosinone e Pontecorvo.

I feriti più gravi sono cinque e vengono portati a Roma, due di loro in elicottero, mentre proseguono le ricerche tra le lamiere dei vagoni alla luce delle fotoelettriche, nel timore di trovare vittime nei convogli destinati ai bagagli, ma fino a tarda sera il bilancio non si aggrava.
La linea Roma-Napoli viene interrotta tra Ceprano e Cassino. E anche l’inaugurazione della Tav tra la capitale e il capoluogo partenopeo, prevista per oggi, viene rinviata dalle Fs. Per «ragioni di opportunità».

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