Una Schiavone da battaglia manca solo il ruggito vincente

Fuori Francesca Schiavone dagli Us Open. L’azzurra, apparsa ieri un agnellino più che una leonessa, ha gettato al vento l’occasione di raggiungere Flavia Pennetta nei quarti del torneo americano. Sarebbe stata la prima storica volta per il tennis italiano. Ma i miracoli non si ripetono di continuo, specie quando non sono sorretti da un gioco appena decente. E la milanese, la tennista più anziana rimasta in gara con i suoi 31 anni, ha disputato una delle partite più brutte della sua storia recente sbattendo la testa contro se stessa più che contro l’avversaria, la ventenne russa Anastasia Pavlyucenkova. Lo testimoniano i nove turni di servizio perduti con una percentuale ridicola di colpi vincenti (appena il 20%) sulla seconda di battuta. E pensare che la rivale – in sovrappeso di almeno una decina di kg, con una pancetta pronunciata, ma capace di esplodere colpi pesanti da fondo campo – non è stata da meno sbagliando l’impensabile nei momenti cruciali. Negativi anche i suoi numeri con 30 vincenti e 46 errori. Ma alla fine ha prevalso dopo aver sbatacchiato in rete i primi due match-balls sul 5-4 con il punteggio di 5-7 6-3 6-4 in 2h40 di gioco sul campo centrale di Flushing Meadows che meritava, siamo sinceri, uno spettacolo diverso.
La campionessa italiana, che già aveva dovuto soffrire parecchio al primo ed al terzo turno dello slam americano, non è riuscita a migliorarsi in quantità e qualità. Quasi fosse intrappolata in una gabbia costruitasi con le sue stesse mani e non riuscisse a mantenere alta la concentrazione. Sul piano tecnico ha sbagliato l’inenarrabile anche se a sprazzi ha firmato qualche colpo da favola. Troppo poco. Disastroso soprattutto il servizio con una prima assai meno incisiva del solito, carente con lo slice da destra che tanti punti le aveva invece regalato in passato, e una seconda così lenta e morbida da permettere all’avversaria di assalirla sul rovescio. Una miseria, per non parlare poi dei 10 doppi falli.
E così la Schiavone non è riuscita a ripetere l’impresa del Roland Garros (1-6 7-5 7-5 dopo essere stata sotto nel secondo set per 1-4) e ad avere la meglio sulla grezza potenza della Pavlyucenkova. Questa volta la rimonta non è riuscita alla nostra giocatrice. Anzi. E’ stata lei a subire il ritorno della n.17 del mondo dopo aver vinto a fatica il primo set: basti pensare alle due palle-break sprecate sul 4-3 a suo favore. Nel set successivo ha mantenuto il servizio solo una volta consegnandosi alla rivale che non ha perso la ghiotta occasione di volare nei quarti. L’ultimo game ha fatto da specchio all’incontro, con Francesca che, scesa fino a 15-40, ha salvato i primi due match-point grazie a due errori clamorosi della Pavlyucenkova, ma poi ha commesso uno sciagurato doppio fallo. Al terzo tentativo Anastasia l’ha punita con una bordata di dritto lungolinea.


Le sorti del tennis italiano nella Grande Mela sono così tutte riposte in Flavia Pennetta che oggi ha la grande opportunità di qualificarsi in semifinale contro la potente ma fallosa tedesca Kerber, non a caso numero 92 del ranking. In caso di vittoria si tratterebbe della sua prima semifinale in un torneo del Grande Slam. D’obbligo gli scongiuri.

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