Roma - "Quando una maggioranza appare litigiosa al suo interno perde credibilità e mette a repentaglio la sua azione di governo e di attuazione del programma - ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani - rischia di venire meno al patto d’onore con i cittadini che l’hanno votata". Secondo il numero uno di Montecitorio, "sarebbe sbagliato utilizzare differenze di opinioni, anche se politicamente comprensibili, per mettere a rischio la compattezza di una coalizione, confondendo così gli elettori e prefigurando eventuali nuovi scenari". Schifani ha invitato Fini a dimettersi dalla presidenza della Camera per entrare nel Governo: "Non è una polemica, ma una proposta costruttiva". Schifani aggiunge: "Le incomprensioni e le tensioni interne al centrodestra potrebbero essere meglio risolte con una maggiore presenza politica di Fini all’interno del Governo, in quanto lavorerebbero fianco a fianco e quindi potrebbero realizzare quei confronti e quelle eventuali intese sulla politica del governo".
Bondi attacca Farefuturo "Non ci sono uomini liberi da una parte e servi dall’altra. Non esiste questa dicotomia". E' una vera e propria salva di applausi e "bravo" dalla platea che accoglie questa frase di Sandro Bondi durante la direzione Pdl. Il "professor Campi" e il "dottor Rossi" sono gli obiettivi che un insolitamente duro e severo Sandro Bondi mette all’indice come esempio di chi "vuole denigrare un uomo e un leader al quale ciascuno di noi deve molto". Passaggi di grande durezza verso chi accredita "un confronto inutilmente personalistico" accolti con grandi applausi dalla direzione Pdl. Il ministro dei Beni culturali ha detto che c’è chi vorrebbe un partito di "tanti intellettuali e pochi elettori" e concluso che "si possono avanzare critiche e proposte, ma non si può denigrare la storia di un partito e un leader al quale ciascuno di noi, chi più chi meno, deve molto: una figura politica che giganteggia rispetto altri".
La Russa: "Non siamo a trazione leghista" "E' ovvio che si è condizionati quando si è in un governo di coalizione. Ma la mia esperienza mi dice che non siamo a trazione leghista", ha detto il coordinatore Pdl Ignazio La Russa. "Può apparire così sul piano della comunicazione - ha aggiunto - ma non è così". È grazie a Fini e Berlusconi che "la Lega è venuta a più miti consigli, abbandonando la secessione". E ancora, ha proseguito La Russa, "non è vero che la Lega ci ha battuto al Nord, ma siamo noi che non abbiamo saputo conservare i nostri voti" e ciò dimostra che i voti non arrivano solo confidando "nel dato carismatico della leadership". Alle ultime elezioni "la Lega non ci ha battuto, noi abbiamo dimostrato una minore capacità di tenere i nostri voti. Ha avuto maggiore capacità di contrastare l’astensionismo".
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