Schwarzy e Charles Bronson hanno perso la loro voce

Roma Glauco Onorato, morto giovedì a Roma all’età di 73 anni dopo una lunga malattia, viene principalmente ricordato come uno dei nostri grandi doppiatori, per aver dato voce in tanti film di successo a Bud Spencer, a Charles Bronson e ad Arnold Schwarzenegger. Ma è stato soprattutto un ottimo attore dalla vena brillante, ma modernamente capace di volgerla in dolore per dar vita a un dramma, e ha lasciato la sua traccia nel cinema, nella tv e nell’amato teatro.
Onorato, nato a Torino il 7 dicembre 1936, era figlio d’arte, dell’attore Giovanni Onorato, ed è padre a sua volta di due attori, Riccardo e Sara Onorato. I suoi funerali si svolgeranno lunedì alle 11 a Santa Maria in Trastevere.
Il suo debutto in scena avviene alla fine degli anni Cinquanta e negli anni a seguire partecipa, tra l’altro, al fianco di Eduardo De Filippo, alla registrazione per Raiuno di più o meno tutto il ciclo delle sue commedie, di cui quest’ultimo curò anche la regia televisiva. Il suo ruolo era quasi sempre il medesimo, quello del giovane innamorato della figlia del protagonista, con cui ha un rapporto conflittuale, prima di conquistarlo per il lieto fine. Sempre in tv, dopo il debutto in Il mondo è una prigione di Vittorio Cottafavi, è stato il Griso, uno dei bravi, nello storico sceneggiato dai Promessi Sposi girato da Sandro Bolchi nel 1967. L’anno dopo, ha un ruolo di rilievo ne La freccia nera. Più di recente è stato nel cast de Le ali della vita 2, nel 2004 nella soap opera Centovetrine e nel 2006 nelle fiction A voce alta e Questa è la mia terra.


A teatro, Glauco Onorato ha una carriera non meno lunga, ma si ricordano in particolare le sue partecipazioni accanto a Corrado Pani in Una burla riuscita che Tullio Kezich trasse nel 1985 dall’omonimo racconto di Italo Svevo con la regia di Egisto Marcucci come il suo Falstaff nella classica commedia shakespeariana Le allegri comari di Windsor nel 1997 diretto da Nucci Ladogana, anche se forse il suo momento più alto in scena è legato alla parte drammatica, sofferta e sprezzante allo stesso tempo, del padre, accanto a Ottavia Piccolo, in Pazza di Tom Topor nel 2003 con la regia di Giancarlo Sepe.

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