Roma - Linea dura del governo agli scioperi selvaggi. Il disegno di legge delega sulla
regolamentazione del diritto di sciopero nei servizi di pubblica
utilità potrebbe approdare in consiglio dei ministri venerdì. Lo si
apprende da fonti governative, le quali sottolineano che in queste
ore è stata trasmessa una bozza agli uffici legislativi di tutti i
ministeri che sarà limata domani, per le ultime correzioni, al
dicastero del Welfare.
Il testo, messo a punto dal ministro Maurizio Sacconi e già
illustrato a grandi linee alle parti sociali nella riunione del 5 febbraio
scorso, dovrebbe riguardare solo il settore dei trasporti, così come
chiesto dalle organizzazioni sindacali. La riforma cercherà di
conciliare il diritto degli utenti alla mobilità con quello dei lavoratori
a scioperare.
Referendum obbligatorio La bozza di riforma fissa per le sigle sindacali una soglia del 50%
di rappresentatività per poter proclamare uno sciopero. È invece
ancora da definire uno dei punti più contrastati: l’obbligo del
ricorso al referendum consultivo preventivo per i sindacati che non
superano la soglia del 50%. Il testo prevede comunque altri due
punti qualificanti: la comunicazione anticipata dell’adesione
individuale allo sciopero e l’effettività delle sanzioni per chi viola le
regole, da affidare all’Agenzia delle entrate.
Sciopero virtuale per i trasporti Tra le ipotesi allo studio c’è anche lo sciopero virtuale, che in
qualche servizio pubblico specifico potrà essere obbligatorio in
modo tale da produrre sanzioni anche alle controparte dei
lavoratori. Nei decreti delegati ci sarà poi spazio per avvisi comuni.
Altro cambiamento riguarderà la commissione di garanzia sugli
scioperi che si trasformerà in una commissione per le relazioni di
lavoro, mantenendo però la sua indipendenza.
Angeletti: bene ilo virtuale, inutile l'adesione personale "C’è una cosa che non ci sembra molto utile, quella del preavviso individuale dell’adesione allo sciopero, mentre c’è una cosa che potrebbe essere molto interessante, che noi sosteniamo da molti anni, cioè quella dello sciopero virtuale", commenta il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. "Ci sono servizi, come per l’appunto i trasporti - spiega - dove il conflitto tra noi e le imprese non deve colpire le persone che non c’entrano, cioè i cittadini e gli utenti, ma deve colpire le imprese. Il modo, e non ne vedo altri, per colpire le imprese è appunto lo sciopero virtuale, nel senso che il servizio continua a funzionare, i lavoratori perdono dei soldi in relazione alle ore di sciopero che hanno proclamato ma le imprese pagano una penale dieci volte superiore, secondo me, alla perdita del salario. Questo rappresenta un vero danno per le imprese, piuttosto che danneggiare le persone che prendono l’aereo o il pullman o il treno. Credo che questa sia una cosa sulla quale bisogna lavorare".
La Polverini: sì ma solonei trasporti "Se la riforma delle norme sugli scioperi nei servizi pubblici si limita al settore dei trasporti si va nella direzione giusta e tutte le organizzazioni sindacali daranno serenamente il loro contributo", dice il leader dell’Ugl, Renata Polverini. "L’auspicio - continua Polverini - è che nell’iter parlamentare si possa trovare un giusto equilibrio tra il diritto dei cittadini e il diritto dei lavoratori allo sciopero. L’esigenza di riformare le norme sullo sciopero nei pubblici servizi era legata soprattutto alla necessità di regolare il settore dei trasporti, allargare ad altri comparti non sarebbe stato nè utile nè necessario".
Ferrero: pronti alle barricate "Le nuove regole per gli scioperi nei servizi pubblici (sciopero virtuale per i servizi essenziali, obbligatorio un referendum consultivo preventivo) sono gravissime e inaccettabili. Si vuole portare così a compimento l’attacco al lavoro e alla democrazia alla base dell’accordo separato sulla contrattazione, si vuole distruggere l’autonomia del sindacato e la possibilità che questo ha di organizzare i lavoratori". Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc, va subito all'attacco.
"Queste norme raffigurano un vero tentativo, da parte del governo, di controriforma costituzionale, che viola il principio del diritto di sciopero sancito dalla Costituzione e la libertà dei cittadini. Contro provvedimenti di tal genere invitiamo tutti i sindacati alla lotta. Come Rifondazione comunista siamo pronti sin da subito alle barricate, contro un provvedimento simile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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