Sciopero per il Primo maggio E la Cgil resta di nuovo sola

«Se questa è la libertà della sinistra, credo che in questa città non siamo messi bene». Parola del sindaco Letizia Moratti che ieri è intervenuta sulle polemiche contro la decisione del Comune di concedere la deroga per l’apertura dei negozi il Primo maggio. «Siamo in un momento di crisi economica - ha osservato - quindi credo che sia giusto lasciare la libertà di tenere aperto ai negozianti che sono d’accordo». Il primo cittadino si è detta «molto meravigliata» delle polemiche dei sindacati: «Firenze, Torino, Genova e Venezia hanno deciso di lasciare la libertà ai negozi di stare aperti, non capisco perchè in queste città questo messaggio è passato senza problemi mentre qui addirittura si minacciano scioperi». All’annuncio di due giorni fa dell’assessore alle Attività produttive Giovanni Terzi di aver firmato la richiesta di deroga, i Cub hanno proclamato 24 ore di sciopero del settore del turismo e del commercio. «A una certa sinistra inchiodata a vecchie liturgie vorrei ricordare - osserva Terzi - come le liberalizzazioni, anche nel settore del commercio, siano state introdotte dall’allora Ministro Pierluigi Bersani che se non vado errato oggi è il segretario nazionale del Pd». «Sull’apertura dei negozi il Primo Maggio, la Cgil litiga con se stessa - puntualizza Marco Osnato, vicecoordinatore cittadino del Pdl-: la Cgil il Primo Maggio organizza, come sempre, i torpedoni che sbarcano in piazza le colonne di pensionati Spi-Cgil, no global e precari in servizio permanente. Tutti a lavorare in piazza, inclusi gli autisti degli autobus. Non si capisce, quindi, perché impedire ai negozianti che lo vorranno di alzare le serrande».
E se i confederali sono compatti nel criticare le modalità con cui è stata presa la decisione - «all’inizio dell’anno ricorda Walter Galbusera, segretario Uil Milano Lombardia - si erano concordate la chiusure del 25 aprile e del 1 maggio, poi l’assessore ha cambiato idea», si dividono sul tema. Cisl e la Fisascat Cisl (categoria del commercio, turismo e servizi) chiedono al sindaco di sospendere la delibera e di convocare un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali e con le altre parti sociali in modo da affrontare la vicenda in maniera partecipativa e non coercitiva.
Molto più dura la posizione del segretario della Camera del Lavoro, Onorio Rosati: «La montagna ha partorito un topolino: che il sindaco Moratti pensi di dare risposte a questa crisi tenendo aperto il primo maggio è cosa che si commenta da sola».
Molto più morbida, invece, la posizione della Uil di Galbusera, che dice di non essere contrario in linea di principio - a differenza della Cgil - all’apertura dei negozi. «Bisognerebbe definire con il Comune all’inzio dell’anno un calendario e poi attenersi a quello - spiega il segretario - perchè ogni anno è diverso dall’altro.

la mia preoccupaizone va ai dipendenti dei piccoli negozi, che non hanno potere contrattuale, non tanto ai negozianti che sono liberi di scegliere». Le posizioni della Cgil? «Penso che la politica del muro contro muro- attacca - e mi riferisco allo sciopero del 6 maggio, sia superata e non porti da nessuna parte».

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