Pochi mesi dopo la scomparsa di William Casoli, il trotto italiano perde un altro pezzo da novanta che ne ha fatto la storia. Vittorio Guzzinati si è spento domenica nella sua casa di Settimo Milanese. Se ne è andato all'età di 75 anni in punta di piedi, passando serenamente dal sonno alla morte. Era soprannominato Toscanini per la sua arte inimitabile di allenare un puledro e di interpretarlo in pista con straordinario acume tattico. Ferrarese di nascita ma milanese di adozione, Vittorio si è formato professionalmente a San Siro negli anni Cinquanta alla corte del mitico russo Alessandro Finn del quale era l'allievo prediletto. Nella difficile arte di forgiare un puledro aveva davvero pochi rivali. Sembrerà inverosimile ai più, ma Vittorio riusciva dove la maggior parte dei suoi colleghi fallivano, magari ritoccando personalmente con un tocco geniale le ferrature, specialità nella quale era il riconosciuto numero uno assoluto. E allora il cavallo che soltanto il giorno prima non voleva saperne di trottare, diventava improvvisamente una macchina da guerra imbattibile. Il suo palmares parla da solo: oltre 3900 corse vinte in una carriera (lultima conquistata il 7 giugno del 2002 a Ravenna in sulky ad Accafrè).
Cinque gli scudetti tricolori in bacheca (1975-1979-1980-1982 e 1985) e il proprio sigillo su un numero impressionante di gran premi: ne ha vinti una settantina a cominciare dal «Nazionale» a San Siro nel 1962.I funerali si terranno domani alle 15 presso la chiesa di San Giovanni Battista in Via Giuseppe Di Vittorio a Settimo Milanese. Ai familiari di Vittorio Guzzinati le condoglianze della redazione de il Giornale.
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