Scontro bus-tram, il giudice chiede nuove indagini «Verificare le responsabilità dell’autista della 60»

Questione di attimi. Il suv che taglia la strada all’autobus. Il mezzo che «scarta» all’improvviso, e si schianta contro il tram che procede nel senso opposto. Una donna che muore nell’impatto, e diversi feriti. Era il 14 febbraio del 2008. Per l’incidente in corso di Porta Vittoria, il conducente della Porsche Cayenne è già a processo. Ma ora, il gip Guido Salvini ha disposto nuove indagini per approfondire le eventuali responsabilità di Domenico Yolman Ressa, che era al volante della 60. «Appare opportuno - scrive il giudice nell’ordinanza con cui respinge la richiesta di archiviazione per Ressa presentata dalla Procura - verificare se il conducente dell’autobus, poco prima dell’incidente, possa essersi trovato in una situazione di colposa distrazione». Inoltre, «si potrà confermare o meno se la sua reazione sia stata tempestiva e professionale, approfondendo la possibilità da parte dello stesso di percepire in tempo quanto stava avvenendo».
Salvini chiede anche di sentire una donna ecuadoriana, Giustina Garcia, che poco prima dell’urto, aveva chiesto informazioni al conducente dell’autobus. Per il giudice, la testimonianza della donna - che non è mai stata sentita nel corso delle indagini perché rimasta seriamente ferita nell’incidente - «sarà utile per verificare se al momento dell’incidente la Garcia stesse ancora parlando con Ressa e, comunque, quale fosse l’attenzione posta da questi alla guida...». Il pm, inoltre, dovrà risentire tutti i passeggeri di tram e bus, accertare se questo fosse dotato di scatola nera, e acquisire la cartella clinica di Ressa per valutarne le condizioni di salute prima dell’impatto.
Infine, il gip annota come «dopo l’incidente è stata evidentemente rilevata come pericolosa la circostanza per cui il semaforo in entrambe le direzioni diventava contemporaneamente verde sia per la corsia riservata ai veicoli pubblici e ai taxi, sia per la corsia destinata alle auto private».

La direzione dell’Atm aveva provveduto a cambiare il sistema semaforico, ma lo stesso giudice, nei giorni scorsi, ha notato che «i semafori sono tornati a essere non più alternati» e si è ricreata «la situazione viabilistica esistente al momento dell’incidente». «Tale mutamento e ripristino di una situazione che in qualche modo può facilitare manovre pericolose - conclude Salvini - può essere oggetto di una ulteriore riflessione anche con gli organi competenti».

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