Scottsboro, la città che prega per avere l’atomo

Un piccolo centro dell’Alabama chiede la costruzione di una centrale: «I rischi sono quasi nulli e non avremmo più disoccupazione»

Giuseppe De Bellis

Scottsboro vuole quello che gli altri rifiutano. Chiede una centrale nucleare, questa cittadina dello Stato americano dell’Alabama. Chiede su carta bollata di riavere due torri semicilindriche che fumano tutto il giorno. Il nucleare è una necessità e una via di scampo dalla pressione, dai costi di produzione e di acquisto d’energia che arriva dai combustibili. Scottsboro vive nel futuro. I cittadini hanno già dato la loro opinione: «Non ha senso che noi non abbiamo una centrale. Tanto se c’è un incidente in un impianto di uno Stato vicino, per noi i guai sono gli stessi».
In città il nucleare è qualcosa di familiare. Una centrale atomica alla fine degli anni Settanta c’era. L’avevano costruita, ma dopo i guai al reattore di Three mile island, in Pennsylvania e il disastro di Chernobyl, era stata abbandonata. Oggi Scottsboro non ha dubbi: rivuole la sua centrale. L’amministrazione cittadina e la NuStart Energy hanno presentato un piano dettagliato per la ricostruzione dell’impianto. Il progetto è semplice: costruire una centrale con tutti i nuovi criteri di sicurezza, con un deposito per le scorie inattaccabile. Al secondo punto c’è l’impatto ambientale: zero. Quella nucleare è energia pulita, a differenza di quella che viene dal petrolio o dai gas. E poi è inesauribile. Il punto numero tre del piano è il più importante per Scottsboro: l’occupazione. Durante i lavori di costruzione (stimati in non meno di quattro anni), da 2.400 a 2.600 abitanti sarebbero impegnati nel mettere in piedi l’impianto. E tra 400 e 600 avrebbero un lavoro per tutta la vita all’interno della centrale. Un affare per una cittadina di 15mila abitanti. Con 2.500-3.000 nuovi posti di lavoro, tra temporanei e fissi, la situazione cambia. D’altronde Scottsboro se la passa così e così, ma molto meglio di qualche decennio fa: la disoccupazione è scesa al 4,1% e il turismo è cresciuto del 22 per cento. Questo perché oggi Scottosboro è una delle città più bizzarrre d’America. Vive grazie a un outlet speciale. È il più grande centro di raccolta e vendita dei bagagli smarriti. Due volte all’anno il contenuto delle valigie che restano in tutti gli aeroporti d’America viene portato in questa cittadina dell’Alabama per essere venduto. È una specie di tesoro che finisce nell’Unclaimed Baggage Center, una struttura simile a un grande magazzino della provincia americana. È grande quanto due campi di calcio messi uno accanto all’altro e dà lavoro a un migliaio di persone. Di fatto è la più grande azienda della città. Per l’Unclaimed Baggage Center la gente arriva da tutto il mondo. In una settimana arrivano dalle 10 alle 15mila persone. Nell’ultima apertura straordinaria in vendita c’erano un mucchio di pezzi unici, tra cui uno smeraldo da 41 carati, una macchina fotografica disegnata per la Nasa, un diamante da 5,8 carati avvolto da una montatura di platino, un paracadute, un sistema di guida di un jet F16. Da solo valeva 250mila dollari.
La centrale nucleare aiuterà Scottsboro a non essere considerata solo un grande centro commerciale dell’usato. La costruzione dell’impianto è sponsorizzata da tutti i 13 comuni della contea di Jackson.

L’opposizione non ha provato neanche una timida protesta: dopo una serie di sondaggi ha dovuto constatare che la stragrande maggioranza degli abitanti ritiene che viveva accanto a reattori nucleari non sia un problema. Praticamente nessuno pensa ci possa essere un disastro.

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