Scritte inneggianti alle foibe: unanime il coro di condanna

Scritte inneggianti alle foibe: unanime il coro di condanna

«Le scritte sulle Foibe sono uno scempio, come sono state vergognose le scritte fatte il giorno del ricordo della Shoah: è come se qualcuno si divertisse ad offendere la città proprio nei momenti più importanti di celebrazioni». Queste le prime parole del sindaco Gianni Alemanno dopo aver saputo delle scritte sulle Foibe comparse ieri mattina a piazza di Porta Maggiore. Scritte che il Comune ha provveduto prontamente a cancellare.
«Le scritte a piazza di Porta Maggiore - aggiunge Giulio Buffo, membro del Pdl romano - testimoniano che ancora esiste una sinistra che nega l’esistenza delle foibe, una tragedia italiana ormai riconosciuta dalla storia e dallo Stato, che rende omaggio alle vittime nella giornata del 10 febbraio».
«Fino al 1997, delle foibe si parlava quasi sottovoce, il ricordo delle vittime era custodito solo da una parte politica, mentre da altri veniva negato persino il “diritto al dolore”. Scoprimmo allora che ad alcuni infoibatori lo Stato italiano riconosceva una pensione di guerra e organizzammo uno sciopero della fame che durò la bellezza di quindici giorni, durante i quali stazionammo sotto palazzo Chigi, per chiederne la revoca - continua Buffo –. Da allora ebbe inizio un percorso teso a far entrare anche le foibe nella memoria condivisa dell’Italia. Che culminò poi nell’istituzione, nel 2004, del “giorno del ricordo”».
«Oggi dobbiamo prendere atto che c’è ancora una parte della sinistra estrema, per fortuna minoritaria nel nostro Paese, che non riconosce i crimini compiuti dai partigiani slavi – conclude Buffo –. E l’unico modo per evitare che si verifichino ancora episodi simili e che idee deliranti e ormai antiche come questa prendano piede, è intervenire nelle scuole, sui ragazzi, rendendo le foibe parte integrante del programma di storia».
«Purtroppo è diventato di moda, per qualche cialtrone, scrivere assurdità su un muro ed avere una visibilità che non merita - aggiunge Marco Pomarici, presidente del Consiglio comunale-. Io nemmeno replico a questa gente e spero che tutti i riflettori siano invece puntati sui sopravvissuti di quella tragedia che furono le foibe e che saranno ospiti in Aula Giulio Cesare durante la cerimonia di commemorazione il prossimo 10 febbraio. Come lo scorso anno avrò l’onore di stringere le mani a questi uomini e donne le cui vite furono segnate dalla follia criminale. Sicuramente i sedicenti autori delle scritte avrebbero molto da imparare ascoltandoli».
Sdegnata anche la candidata del PdL alle prossime elezioni regionali Renata Polverini, per la quale «si tratta di un gesto ignobile che oltraggia la memoria dei martiri delle Foibe e di tutti noi italiani». «Purtroppo - prosegue la Polverini- assistiamo periodicamente, soprattutto in concomitanza con ricorrenze importanti come il Giorno della Memoria, a comportamenti esecrabili e ingiustificabili. Da parte di tutti ci sia il massimo impegno proprio perché questa memoria sia mantenuta viva attraverso il ricordo di quelle pagine dolorose della nostra storia».
Infine il consigliere regionale del Pd Simone Gargano, che condanna fermamente le scritte inneggianti alle foibe apparse a Porta Maggiore. «Non ci sto all’oltraggio dei morti -afferma in una nota -.

Tanti italiani finirono in fondo a quelle fosse solamente per aver preso parte a un’ideologia o a un’altra, o solo semplicemente perché italiani - conclude Gargano - Si metta da parte una volta per tutte il disvalore dell’odio».

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