Lo scrittore che ha inventato la «Trilogia di Stoccolma» racconta i segreti del suo successo

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Lo scrittore che ha inventato la «Trilogia di Stoccolma» racconta i segreti del suo successo

Solo in Svezia l’avvocato e scrittore Jens Lapidus con la sua Trilogia di Stoccolma (Mondadori) è riuscito a vendere più di un milione e mezzo di copie dei suoi romanzi criminali, diventando nel giro di pochi anni un vero e proprio fenomeno di culto. In attesa che la Warner Bros realizzi un adattamento cinematografico dei suoi La traiettoria della neve e Mai far cazzate, Mondadori pubblica il terzo capitolo di questa incredibile saga noir intitolato Livet Deluxe (pagg. 524, euro 18) e che ci racconta in presa diretta i racket del riciclaggio, della prostituzione, dello spaccio e delle rapine nella capitale svedese dall’originale punto di vista di un gruppo variegato di delinquenti alla disperata caccia di soldi e potere. «Penso che molta gente fuori della Svezia abbia un’immagine romantica e idilliaca della società svedese - ci spiega lo stesso Jens Lapidus - Nei miei romanzi, descrivo atti criminali reali dal punto di vista “delle grondaie di Stoccolma”. E credo che Stoccolma sia come la maggior parte delle città importanti in Europa quando si tratta di analizzarne la criminalità. Ciò detto, Stoccolma è ancora un buon posto da vivere. Quando sono stato a Mosca molti giornalisti mi hanno detto che amavano i miei personaggi che fanno parte del crimine organizzato ma allo stesso tempo li hanno trovati troppo delicati rispetto agli standard russi. È probabile che anche da voi in Italia abbiate la stessa sensazione».
Come si spiega la grande produzione di letteratura poliziesca che arriva dal suo paese?
«Penso che la maggior parte dei noiristi scandinavi prenda davvero molto seriamente il proprio lavoro e consideri quello che scrive come una scrittura letteraria ordinaria. Questo vuol dire che hanno uno standard letterario abbastanza alto. Il noir è da tempo un genere di grande successo. Per cui è naturale che molti scrittori quando decidono di iniziare la loro carriera partano proprio da questo genere letterario».
La sua trilogia che sviluppi ha avuto nel tempo?
«É nata mentre stavo lavorando in tribunale. Mi stavo occupando di un caso di furto e il giudice l’ultimo giorno del processo ha chiesto ai tre giovani accusati: “Cosa avete fatto negli ultimi cinque anni? Dove sarete fra altri cinque? Chi siete?”. Voleva dare loro una chance e voleva che ammettessero pubblicamente che erano disposti a cambiare le loro vite. E invece il giudice ha ottenuto solo che uno dei ragazzi si è messo a gridare: “Non avete capito un cazzo. Questo è il nostro modo di vivere. È normale per noi quello che abbiamo fatto”. Tornando a casa quella sera per la prima volta mi è venuto voglia di scrivere qualcosa. Ho subito scritto il racconto di un furto ma non dal punto di vista di un investigatore della polizia o delle vittime ma dal punto di vista del criminale stesso che lo commetteva. Ci sono persone per cui il crimine è uno stile di vita e compiere delitti è una cosa normale, ho deciso di dare loro voce nelle mie storie perché lo trovo affascinante. Il loro punto di vista non è quello di coloro che li osservano e li giudicano».
Ma quanto reali sono i casi che lei ha raccontato?
«Quasi tutti i dettagli sono veri, i miei personaggi sono però costruiti. La maggior parte del plot è quindi frutto della mia fantasia. Ho il vantaggio come avvocato di avere un sacco di storie dalle quali attingere facilmente. Una volta mi è capitato di presentare i miei libri ad alcuni ufficiali di polizia e uno di loro si è alzato in piedi e mi ha detto: “Lo sa che ogni volta che facciamo un irruzione nella casa di uno dei membri delle gang che lei descrive troviamo sempre due cose: un poster di Al Pacino in Scarface e almeno uno dei suoi libri!”. Battute a parte credo che nei miei libri il tasso di autenticità sia forte e si senta».
Quanti criminali ha incontrato che cercano disperatamente una vita di lusso come quella che dà il titolo al suo romanzo?
«Molti, mi creda. Soprattutto rapinatori di banche. La loro speranza è davvero quella di fare il colpo della loro vita che li renderà ricchi per sempre.

Ma il mio titolo è ironico e affilato come una spada a doppio taglio: cos’è realmente una vita di lusso? Cosa si è costretti a pagare per ottenerla?»,
Il crimine più diffuso attualmente in Svezia?
«La guida in stato di ubriachezza. E inoltre abbiamo anche molta violenza per le strade e delitti legati all’eccessivo uso di droghe».

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