Gli scrittori ebrei: Günter Grass è immorale

Un appello rivolto ai letterati di tutti i Paesi del mondo affinché denuncino come «immorale» il controverso poema pubblicato di recente dal premio Nobel tedesco Günter Grass in cui Israele viene criticato per la sua politica nei confronti dell’Iran e il suo arsenale nucleare presentato come una minaccia alla pace nel mondo. È questa l’iniziativa - con pochi precedenti - lanciata dal presidente dell’Associazione degli scrittori israeliani. L’appello è stato firmato anche da una celebrità come A.B. Yehoshua. Ma ha spaccato la tradizionale troika di romanzieri engagée d’Israele: poiché - a differenza di Yehoshua - Amos Oz e David Grossman, le altre due «coscienze critiche ufficiali» dello schieramento liberal del Paese, lo hanno ignorato.
Nel documento, il presidente dell’associazione, Herzl Hakak, bolla come «vergognosa e immorale» l’opera di Grass, affermando che essa «mira a delegittimare Israele e il popolo ebraico» e sollecitando gli scrittori a «denunciarne» i contenuti. «Intendiamo rivolgerci - insiste Hakak - al Pen Club e al Comitato per il Nobel, che si devono esprimere: qui non si tratta di politica, ma di morale, in quanto Grass si rende complice di un insabbiamento delle dichiarazioni genocide dei leader iraniani». Il riferimento è ai proclami incendiari rimbalzati negli ultimi anni da Teheran in cui si auspica «la cancellazione dalle mappe geografiche del cancro sionista».


Il poema di Grass - che in gioventù indossò l’uniforme delle Waffen SS, esperienza tenuta nascosta per 60 anni e confessata solo qualche tempo fa dallo scrittore, oggi 84enne - ha suscitato diffuse reazioni di sdegno nell’opinione pubblica e da parte del governo israeliano, da cui ranghi non sono mancate persino accuse di antisemitismo e nazismo. Fino alla decisione, annunciata due giorni fa dal ministro dell’Interno, Eli Yishai, di dichiarare «persona non grata» nello Stato ebraico l’autore del Tamburo di latta.

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