Roma - Via libera della Camera al legittimo impedimento. Ma in aula è caos. I numeri dicono che in una Camera quasi al completo, 595 i deputati presenti, a favore hanno votato 316 deputati, mentre i no sono stati 239 e 40 gli astenuti. Ma la discussione finale è stata caratterizzata da schermaglie e fischi tra gli schieramenti. Con Di Pietro contestato a più riprese dai banchi della maggioranza e l'opposizione che se l'è presa con il premier Silvio Berlusconi. In un emiciclo straordinariamente affollato, presente anche tre quarti dei componenti del governo, si è assistito a urla, proteste, insulti e perfino a lancio di palline di carta e cartelli di protesta sul voto finale.
Cos'è Il provvedimento stabilisce che il premier può ottenere il rinvio dell’udienza dei processi in cui è imputato, perché "legittimamente impedito" dalle sue attività di governo a comparire in tribunale. Ogni rinvio può estendersi fino a 6 mesi, per un totale di 18 mesi. E’ sufficiente che la presidenza del Consiglio attesti l’esistenza di questo impedimento, perché il giudice rinvii il processo ad altra udienza. Queste norme sono estese anche ai ministri.
Bossi: "La legge andava fatta" Umberto Bossi ha salutato con favore l’approvazione del legittimo impedimento. "Andava fatta e l’abbiamo fatta" ha detto il ministro commentando con i cronisti alla Camera il primo via libera alla legge. "C’è sempre qualche moralista - ha aggiunto -, ma questa è la dimostrazione che la maggioranza è molto forte".
Alfano: "Non è un privilegio" La legge sul legittimo impedimento tutela "il diritto a governare da parte di chi ha vinto le elezioni. Ne resto convinto". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, lasciando Montecitorio. Secondo il ministro "non si tratta di un privilegio, ma del legittimo diritto a sottoporsi a processo" da parte del premier "senza che questo gli impedisca di governare". Così è possibile "coniugare il diritto del cittadino presidente del Consiglio con il dovere del presidente del Consiglio ad adempiere al mandato" ottenuto con la vittoria elettorale.
L'Udc si astiene I tempi per l'esame del provvedimento sono contingentati e nel calendario dell'assemblea il voto finale è già fissato per oggi pomeriggio. La maggioranza resiste al primo voto segreto sull’emendamento all’articolo 1, presentato dall’Udc, che proponeva di consentire l’assunzione delle prove urgenti anche in caso del rinvio del procedimento. A scrutinio segreto, richiesto dagli stessi centristi, la proposta è stata bocciata con 14 voti di scarto: 271 i favorevoli, 285 i contrari. Poi, durante le dichiarazioni di voto, i centristi ritirano l'appoggio annunciato al provvedimento. Ad annunciarlo in aula alla Camera è stato Michele Vietti. "L’Udc non voterà questo provvedimento - ha detto -, si asterrà" spiegando che il voto non sarà favorevole solo perché la norma viene estesa oltre che al premier anche ai ministri.
Di Pietro fischiato e contestato Antonio Di Pietro è stato più volte interrotto e contestato dai banchi della maggioranza mentre pronunciava la sua dichiarazione di voto sul legittimo impedimento. Più volte, mentre parlava, dai banchi del Pdl è stato gridato "Contrada, Contrada!", "Golpista" e "Pensa a Borsellino". Il leader dell'Idv si è schierato apertamente contro il provvedimento: "No a questa legge porcata che umilia le istituzioni, offende il parlamento e il Paese e ha un unico mandante: lei, signor presidente Berlusconi. Una persona che il Paese farebbe bene a mandare a casa quanto prima".
Bersani contro il premier Bersani ha invitato il presidente del Consiglioa rinunciare al legittimo impedimento e a farsi processare. Se "aveste la forza di rinunciare", ha detto il leader del Pd rivolgendosi alla maggioranza nel suo intervento alla Camera sul legittimo impedimento, "vi sarebbe una svolta. Il presidente del Consiglio a questo punto della sua quindicennale vicenda poterebbe compiere un atto di responsabilità" ha insistito, e mettere "prima di tutto l’Italia, affrontare a viso aperto le situazioni fruendo dell’attuale quadro di garanzie che valgono per tutti i cittadini". Ma, ha aggiunto, "noi non udremo quelle parole da statista. Non udremo uno statista dire: 'Affronto a viso aperto i miei problemi e intanto voi risolvete le cose che vanno risolte'. No - ha insistito - sentiremo la solita musica. Ci direte: 'Abbiamo il consenso, fateci governare'. Ma chi ve lo ha impedito? Chi vi impedisce di governare?".
Le accuse alla maggioranza "Fermate questa corsa dissennata che oggi è il primo passo, una scialuppa in attesa del bastimento della legge costituzionale e altrimenti del barcone del processo breve. Tante norme non semplici, ma la gente capisce una cosa semplice: c’è di mezzo Berlusconi, un premier che non vuole farsi giudicare e tiene ferma l’Italia su questo punto in una folle guerra tra politica e giustizia". Così Pierluigi Bersani annuncia il voto contrario del Pd alla legge sul legittimo impedimento. "Se fate questo - attacca Bersani - e la chiamate riforma allungherete l’eterna transizione che dura da vent’anni. Se rinunciate potrebbe esserci una svolta".
La Lega: "Da voi doppia morale" Il ddl sul legittimo impedimento è "un provvedimento equilibrato", che "bilancia in modo corretto" due esigenze: "Che chi è eletto dal popolo possa governare e rispettare il mandato elettorale, e che la magistratura possa svolgere le sue inchieste e fare il suo corso". Il capogruppo della Lega alla Camera Roberto Cota, difende la proposta di legge. Il legittimo impedimento, afferma l’esponente leghista, "non introduce alcuna forma di immunità, semplicemente specifica quando deve sussistere un legittimo impedimento tale da poter differire la data di un’udienza": precisazione ancor più necessario visto che in Italia "il premier è inseguito dalle udienze". Non solo: "È giusto che la sussistenza del legittimo impedimento venga decisa" non dai magistrati ma "dagli uffici della presidenza del Consiglio, la più alta istituzione eletta dal popolo: perché il rispetto delle Istituzioni deve valere solo per alcune?" si chiede Cota. Per il capogruppo della Lega, "in un Paese normale questa legge sarebbe stata votata in cinque minuti, senza dibattito, proprio perché è giusto che il parlamento si occupi dei problemi del Paese e questa legge serve proprio a garantire che il governo possa occuparsi dei problemi del Paese".
Invece "ascoltiamo le solite argomentazioni trite e ritrite" di cui "siamo stufi". Chiude Cota rivolto all’opposizione, "non invocate la questione morale, perché poi la gente pensa che proprio chi predica bene razzola male. Sembra piuttosto l’istituto della doppia morale...".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.