La scuola che cura meglio di un ospedale

La scuola che cura meglio di un ospedale

Un bene per la mente, una terapia per il corpo. Disegnano, imparano italiano, matematica, storia e geografia, fanno musica e teatro. E intanto si curano: chi dall'asma, chi da bronchiti croniche. Risanano anche le riniti allergiche, le tonsilliti e tutta una lunga serie di malattie del primo tratto dell'apparato respiratorio. «Studiano» così i bambini della scuola elementare Nazario Sauro di Corso Italia. Una scuola situata nei giardini intitolati a Gilberto Govi, sulla spianata di terra a pochi metri dal mare che è fabbrica inesauribile di iodio. La migliore medicina naturale per chi soffre appunto di malattie respiratorie. «Tutte le attività che si possono fare all'aperto, vengono realizzate nel cortile dell’istituto», spiega la responsabile del plesso scolastico, Anna Ferrari, che ha realizzato anche un singolare progetto educativo collegato a un'iniziativa della Provincia di Genova intitolata «Alla ricerca del gusto». Si tratta dell'Orto-sauro, «un vero orto scolastico fatto di ortaggi e erbe aromatiche realizzato dai bambini al limite della battigia. Se poi c'è vento o una leggera mareggiata - ci scherza su la professoressa Ferrari - ancora meglio: l'effetto benefico dell'aerosol marino è assicurato». E sui benefici del trattamento non ci sono dubbi, basta scorrere il numero delle domande di iscrizione che ogni anno non riescono a essere soddisfatte dall'istituto che fa parte della direzione didattica San Francesco di Albaro. Sui criteri di selezione - spiega la dirigente scolastica Alessandra Lera - esiste una speciale graduatoria alla quale si accede con un certificato del proprio medico curante che attesta l'esistenza di una particolare patologia curabile con il clima marino «assorbito» direttamente a due passi dall’acqua salata. Segue la visita di un medico della Usl distaccato presso la scuola. Visto che la «Nazario Sauro» è frequentata da bambini provenienti da ogni parte della città, è stata inoltre stipulata una convenzione con una cooperativa di taxi che fa servizio di andata e ritorno per gli alunni che non possono venire accompagnati dai genitori. «Le aule sono poche e piccole.

Non possono contenere più di 20-22 bambini al massimo», ammette da parte sua la direttrice che non nasconde di non gradire tanto interesse intorno all'istituto. «Già ora dobbiamo respingere decine e decine di domande, se si fa altra pubblicità è ancora peggio: quest'anno siamo riusciti a trovare un'aula in più per fare due prime. Ma non so se l'anno prossimo sarà possibile».

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