La scuola dei cattivi? È a Cagliari: 90 studenti col cinque in condotta

A quale scuola è stata assegnata la maglia nera del cinque in condotta? La curiosità di andare a scavare tra le cifre è fortissima visto che il ministero dell’istruzione ha snocciolato solo clamorosi numeri complessivi. L’anno scorso, nel primo quadrimestre, erano state affibbiate 52.344 insufficienze in comportamento, quest’anno ben 63.525. E ciò significa che più di sessantamila studenti rischiano la bocciatura per comportamenti disdicevoli o per atti di bullismo, vandalismo, per maleducazione cronica.
Il giudizio negativo in comportamento è un fenomeno diffuso. Colpisce i ragazzi delle scuole medie (più di 17mila studenti) ma soprattutto quelli delle superiori, istituti tecnici in testa (ben 968), per di più del Sud.
Ma per rintracciare la scuola più «monella» d’Italia bisogna sbarcare su un’isola. La Sardegna. È l’istituto tecnico commerciale «Mattei» di Cagliari ad aggiudicarsi la maglia nera con un record assoluto con il 12,3% di cinque in condotta sul totale degli studenti. Vale a dire che più di dodici ragazzi su cento si comporta male. Anzi, malissimo. Però sia chiaro, non vogliamo additare questa scuola come se fosse un covo di teppisti. Anzi. C’è da lodare il corpo docente che ha avuto li coraggio di applicare con rigore la norma sul cinque in condotta introdotta dalla riforma Gelmini. E lo conferma Pietro Demurtas, dirigente scolastico della scuola che ospita 727 studenti al «Mattei» di Cagliari. «Il nostro è un segnale di scontento che abbiamo lanciato soprattutto ai ragazzi del biennio. Li abbiamo avvertiti che il loro comportamento non ci piace e il loro impegno scolastico non è adeguato». Ma cosa hanno combinato 90 studenti per meritarsi un segno meno in condotta? «Non si può parlare di atti di bullismo – precisa Demurtas – qualche atto di vandalismo c’è, così come qualche litigio tra studenti. Quello che preoccupa, però, è la diffusa mancanza di interesse per la scuola. È tutto banalizzato, i ragazzi sono svogliati soprattutto quelli di prima e di seconda. Questi alunni non studiano, sono disattenti, vivono le relazioni tra di loro in modo scorretto e non tengono nel dovuto rispetto gli insegnanti». E qui spunta l’educazione dei singoli. «Non sempre c’è l’attenzione dei genitori che tendono a scaricare sulla scuola tutti i problemi». Al «Mattei» ci sono ragazzi che hanno accumulato anche trenta ore di assenze in un quadrimestre. Ma se una mamma o un papà viene chiamato per dare spiegazioni, fa spallucce. E c’è di peggio. «Ci sono mamme casalinghe che curano con amore il figlio assenteista che sta stravaccato a casa sul divano e lo giustifica pure».
Il quadro è desolante. Quasi peggio di un cazzotto dato a un compagno, motivo sufficiente per un cinque in condotta. Il cancro diffuso nelle scuole, invece, non è il solito bullismo, ma «lo svacco» detto in gergo giovanile. Lo conferma anche Diego Cuzzucoli, preside del tecnico commerciale «Galilei» di Vibo Valentia, 62 studenti con 5 in condotta su 620 alunni, uno su dieci. Secondo posto nella classifica dei peggiori. «Gli alunni sono spesso ottime persone ma ogni tanto dimenticano l’educazione. Si comportano male, disturbano, non vengono a scuola, si presentano in classe come se partecipassero ad una vacanza in Medio Oriente. Insomma, c’è un rilassamento generale e noi non possiamo stare a guardare. Con il cinque in condotta abbiamo detto loro che così non possono continuare. Basta fare i fessacchiotti, è tempo di studiare». Per Cuzzucoli, l’intervento è servito «a svegliare molti ragazzi che, con il loro modo di fare, non avevano rispetto né verso i docenti né verso i genitori». Ma qualche risultato c’è stato dopo la consegna della pagella? «Noto che sono più attenti e puntuali alle lezioni. Per i risultati scolastici bisogna aspettare, ma credo che quel cinque faccia molto male. Li vedo meno indolenti».
Ultima e terza tappa del nostro cammino, Itis «Volta» di Palermo. Qui i cinque in condotta sono «solo» 55 ma su una platea di 1600 studenti. Il terzo posto è aggiudicato a questo istituto che non si discosta dai molti altri tecnici e commerciali del Sud e del Nord. Però il preside non è contento. «Le sembrano pochi 55 voti negativi in condotta? - sbotta il dirigente Roberto Tripodi - Io credo che siano tantissimi e spero che diventino un freno contro atti vandalici, atti di violenza, scritte sui muri».

Tripodi non tollera più bagni distrutti o intasati dalla carta igienica, schiaffoni e pugni distribuiti ai compagni anche durante le ore di lezione, comportamenti esuberanti che non si sposano con la buona educazione. «Dopo anni di demagogia e di sei politici, il cinque in condotta ci voleva. E io penso che il sistema premio-punizione funzioni, il resto sono chiacchiere».

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