Scuola, la linea dura Alla riparazione bocciati sei su cento

Aumento del 2% rispetto all’anno scorso. I primi anni sono i più difficili

da Roma

Aumentano le bocciature e il primo anno delle superiori si conferma lo scoglio più difficile da superare per gli studenti indebitati. Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha reso noti i risultati degli esami di riparazione sostenuti dai ragazzi prima dell’inizio dell’anno scolastico. L’incubo della bocciatura si è trasformato in una dura realtà per sei studenti su cento, tra quelli che dovevano riparare una o più materie. Crescono del due per cento rispetto allo scorso anno gli alunni non ammessi al corso successivo. Sul totale degli studenti delle superiori la percentuale dei non promossi sale dal 14,2 del 2006/2007 al 16,2 del 2007/2008.
Il ministero ricorda che a giugno i promossi sono stati il 59,4 del totale, i bocciati il 13,8 e quelli con giudizio sospeso, ovvero con i famigerati debiti da saldare, il 26,8 per cento. La novità introdotta dall’ex ministro Giuseppe Fioroni, confermata ed applicata dalla Gelmini, impone di saldare il debito prima dell’inizio del nuovo anno scolastico mentre prima era possibile sanarlo anche durante l’anno successivo. In totale quindi per l’anno scolastico appena trascorso i promossi sono stati l’83,8 per cento contro l’85,8 del precedente. Il passaggio dalle scuole medie alle superiori diventa un muro contro il quale molti ragazzi vanno a sbattere: quest’anno i bocciati al primo anno di scuola superiore sono stati il 21,8 per cento mentre i non ammessi al secondo lo scorso anno erano stati il 18,7 per cento degli alunni.
Gli istituti professionali con un 7,6 per cento di non ammessi e l’istruzione artistica con il 6,7 di bocciati sono i corsi di studio che registrano il numero maggiore di fallimenti. Le cose sono andate un po’ meglio nei licei dove i bocciati scendono al 5 per cento. Gli esami di riparazione si sono svolti nella maggioranza degli istituti tra la fine di agosto ed i primi di settembre, 82 per cento. Soltanto il 18 per cento delle scuole aveva già svolto tutte le operazioni di verifica con relative bocciature entro luglio.
Intanto il ministro sta limando il Piano programmatico per la scuola che verrà discusso con i sindacati venerdì prossimo, 19 settembre. L’indirizzo, confermato nonostante il coro di proteste che si leva dall’opposizione e anche da parte del mondo della scuola, è quello del rigore, della valorizzazione del merito e dell’autonomia.
«La spesa per l’istruzione è fuori controllo e va riqualificata - dice la Gelmini -. Negli ultimi dieci anni la spesa è cresciuta del 33 per cento, passando da 33 a 43 miliardi di euro. Tutto questo senza aumentare gli stipendi e soprattutto senza migliorare la qualità dell’educazione e lo stato delle strutture scolastiche».


Tra i primi punti da affrontare la riduzione delle ore di insegnamento, senza però toccare il tempo pieno alle elementari. Poi il censimento dello strutture scolastiche tramite l’osservatorio sull’edilizia. Infine l’istituzione di una giornata del volontariato nelle scuole per contrastare il bullismo.

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