Roma Quasi sei milioni di euro. È la cifra che le scuole paritarie fanno risparmiare ogni anno allo Stato. Gli istituti cattolici ripartono all’attacco chiedendo più finanziamenti perché comunque l’amministrazione pubblica ci guadagna, sostiene l’Agesc, l’Associazione dei genitori delle scuole cattoliche che riunisce oggi e domani il Consiglio nazionale a Reggio Calabria. A sostegno di questa tesi anche la ricerca eseguita dal dipartimento di Scienze antropologiche della facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Genova, sotto la guida della professoressa Luisa Ribolzi.
La ricerca rivela che «una famiglia su cinque, sceglierebbe la scuola non statale se ne avesse le possibilità finanziarie», afferma il presidente di Agesc, Mariagrazia Colombo.
E se lo Stato incentivasse il passaggio dalla pubblica alla paritaria con un bonus di 500 euro annui per studente comunque risparmierebbe, perché quello studente costerebbe di meno che se continuasse a frequentare la scuola pubblica. Basta guardare la differenza tra la spesa media dello stato per uno studente del liceo pubblico, 7.147 euro, e la spesa dello Stato per uno studente che va alla paritaria 51 euro.
Ovvio che anche se ne spendesse 551 rispetto al costo della frequenza nella statale risparmierebbe oltre 6.000 euro per alunno. La differenza di spesa per studente cala ma resta eclatante se si va a vedere che cosa succede nella scuola d’infanzia: 5.828 contro i 584 che vanno alle paritarie. Nella scuola primaria: 6.525 contro 866. Nelle medie: 7.232 contro 106.
Oltretutto lo Stato non è assolutamente in grado di coprire la richiesta che arriva dalle famiglie per quanto riguarda la scuola materna quella che va dai 3 ai 6 anni.
Se i loro genitori non scegliessero la scuola paritaria i piccoli dovrebbero restarsene a casa. E sarebbero davvero tanti perché, su un totale di oltre un milione di alunni che frequenta le paritarie, oltre la metà è concentrato nella scuola d’infanzia. Costerebbe davvero caro allo Stato farsi carico di tutti questi bambini visto che la differenza di costo è di 5.244 euro per alunno.
La ricerca (condotta in sei città: Genova, Padova, Bari, Bologna, Firenze e Catania) ha realizzato 120 interviste a genitori, i cui figli frequentano l’ultimo anno della scuola statale dell’ infanzia, primaria e secondaria di primo grado, al momento del passaggio al livello superiore per sondare il possibile interesse per la scuola paritaria.
Per una famiglia su cinque la scelta è condizionata dalla variabile economica. Alla domanda: «Manderebbe suo figlio alla scuola paritaria?», il 12,2 per cento risponde che non può permettersi la paritaria e il 6,8 che dovrebbe fare sacrifici. Solo il 3,3 sceglierebbe la paritaria indipendentemente dal costo. Le persone che dichiarano che avrebbero scelto la scuola paritaria, ma hanno incontrato degli ostacoli di natura economica e non sono d’accordo con l’esistenza di una scuola unica uguale per tutti, sono il 7,4 del campione.
Quanto risparmierebbe dunque lo Stato se quella percentuale che non si può permettere di spostarsi nelle paritarie potesse invece farlo con un incentivo di circa 500 euro annui? Lo studio calcola un risparmio del 20 per cento rispetto all’attuale spesa statale per ogni studente.
Dunque, osserva il presidente Agesc, ci sarebbe uno studente «gratis» ogni cinque. Se si prende in considerazione la migrazione di studenti del primo anno il risparmio per il budget dello Stato sarebbe intorno allo 0,6 per cento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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