Amt ti fa pagare 6 euro per il ticket di «Volabus» dall'aeroporto Cristoforo Colombo a Brignole. Ti vieta di portare le valigie a bordo. Ti obbliga a depositarle nel vano stiva, ma poi l'autista non si preoccupa minimamente di sorvegliarle alle fermate intermedie. Il bagaglio sempre più spesso sparisce ovvero viene rubato. Fino a poco tempo fa al furto si aggiungeva pure la beffa, perché secondo il regolamento «l'azienda non è responsabile per furti, manomissioni, perdite degli oggetti trasportati». Invece, dal 22 marzo scorso la clausola «vessatoria» dei municipalizzati è stata considerata vessatoria dall'autorità sui servizi pubblici Benedetti-Barilati-Cuocolo, che ha invitato Amt a modificare il regolamento del «Volabus» nella parte in cui «prevede l'esclusione della responsabilità del vettore in caso di smarrimento dei bagagli fatti obbligatoriamente depositare nel vano-stiva agli utenti». È una delle ultime vittorie del vecchio leone rosso Pietro Gambolato, sempre in prima linea a favore dei cittadini vessati dalle istituzioni, che fra una settimana sarà costretto a lasciare l'incarico di difensore civico provinciale. Quell'utile ufficio chiuderà i battenti, tagliato anche dalla scure di Monti con il decreto Tassa Italia e Salva privilegi. Ieri, dopo dieci anni di lavoro, c'è stato l'ultimo addio con la presentazione della relazione 2011.
«Avrei continuato ancora gratuitamente al servizio della gente - commenta Gambolato - nei prossimi mesi nascerà il difensore civico territoriale». «Qui sbaraccano tutto - lamentano invece gli esperti funzionari del nucleo anti ingiustizie di Palazzo Spinola - non si sa se rimetteranno in piedi una di quelle poche strutture front desk esclusivamente al servizio del cittadino, alla quale chiunque si poteva rivolgere senza pagare un euro. Tra qualche mese dovrà sloggiare da Palazzo Tursi pure il difensore civico comunale Bruno Orsini e, in buona sostanza, rimarrà il difensore civico regionale, l'ex procuratore capo Francesco Lalla». Le richieste di aiuto più numerose a Gambolato, sono state quelle di contrasto alle cartelle pazze di Equitalia, ma anche di segnalazione di ingiustizie come un concorso pubblico mezzo «taroccato» all'ufficio provinciale del lavoro (i cui esiti sono stati sospesi e quindi sono state rifatte le prove) per la selezione pubblica inerente il corso di formazione marketing e comunicazione oppure le resistenze dei comuni di Orero, Cicagna e Leivi nel rilasciare la concessione di accesso agli atti pubblici ai cittadini che ne hanno diritto e ne avevano diligentemente fatto richiesta. Tra le migliaia di genovesi che, disperatamente, hanno chiesto aiuto all'autorevole «mediatore» provinciale, si sono paradossalmente registrati pure gli stessi enti della Provincia. Come il comune di Propata che non riusciva a rescindere il contratto con una società di telecomunicazioni, addirittura perchè «volevano la firma del vecchio sindaco e quella del nuovo, nel frattempo neanche rieletto in consiglio comunale, non bastava». «Per quanto riguarda Equitalia e gli ultimi attacchi violenti - conclude Gambolato - esprimo solidarietà ai dipendenti, che non fanno altro che applicare la legge. Bisogna però cambiare le leggi. Perché ogni cartella ha una storia e un contribuente differente, che se è in difficoltà deve essere aiutato nel miglior modo possibile.
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