Pedro Almodòvar non è più solo un regista. Ora perfino un teorema prende il suo nome. Ci è voluto un giovane autore catalano di nascita ma cittadino del mondo, con legami viscerali in Francia e Italia per farlo diventare anche il protagonista del suo libro. E pubblicità migliore questo romanzo, pesantemente almodovariano e a tinte forti come piacerebbe a lui, non poteva donare e ricevere al nuovo film dell'eccentrico e controverso cantore spagnolo dell'amour fou, prossimo a tornare sul grande schermo con la sua nuova pellicola «Los abrazos rotos» che debutta in questi giorni a Madrid e da maggio sarà proiettata anche nei cinema italiani.
Sarà una nuova storia di amore e morte, tra differenze e diffidenze, proprio come il libro di questo autore agli esordi letterari, Antoni Casas Ros che con «Il teorema di Almodovar» approfondisce il tema dell'amore per le vittime della diversità. E, detta così, sembra l'ennesima storia infinita di omosessualità controversa e combattuta, mentre in realtà ha una connotazione differente perché la diversità trattata in questo romanzo è quella che deriva al protagonista dall'essere rimasto vittima di un pauroso incidente stradale che l'ha sfigurato. Decine di operazioni non sono valse a restituirgli un aspetto presentabile e lui, con una faccia «cubista» per colpa di una festa di laurea un po' troppo alcolica e l'insospettabile apparizione di un cervo in mezzo alla strada, sulla via del ritorno finisce con l'auto contro un platano uccidendo la fidanzata e restando senza il suo volto.
Dalla vergogna decide di rinchiudersi nelle tenebre, rintanandosi solo in casa, guadagnandosi da vivere come insegnante di matematica via web e uscendo solo la notte, quando il buio avvolge visi, espressioni e perfino i nostri timori. Ma è in una di queste uscite che «il teorema di Almodovar» si compie e a riscattare Antoni da questa schiavitù che lo ha privato dell'amore come conseguenza della perdita dei rapporti umani ci si mette un trans, Lisa, che riesce a conquistare il cuore e il corpo di Antoni. Per mestiere Lisa si prostituisce, ma con Antoni nasce un sentimento che non stupisce quella donna dalla cintola in su e quell'uomo dalla cintola in giù, ma colpisce invece quel maschietto dal volto cubista che da anni non ricorda cosa si prova a sentirsi amato e ad addormentarsi abbracciati a un cuore che pulsa.
C'è voluto Almodovar, insomma, protagonista ben presente nella trama nelle vesti di se stesso, il regista che decide di fare un film sulla storia di amore e morte di Antoni e Lisa. C'è voluto Almodovar a dare la svolta che porta all'epilogo, banale quanto inatteso, almodovariano, insomma. Guai svelarlo per non togliere il piacere della lettura di un libro («Il teorema di Almodòvar», Guanda, pp.140, euro 14) che si propone come un'autobiografia e come tale l'autore la racconta. Tuttavia essa tale non è. In qualche caso potrebbe infatti sovrapporsi alla vita, ancora giovane per il momento, dell'autore ma non ne ricalca le tappe benché il protagonista del romanzo abbia il nome del suo creatore, così come Almodòvar appare con il suo, di nome e cognome. Un romanzo in cui il cinema ha grandissimo rilievo, dove continuo è il richiamo a pellicole del passato oltre che del presente.
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