Cronache

«Se il porto è questo, le mie navi se ne vanno»

Aponte (Msc) minaccia l’abbandono dei moli genovesi

«Se il porto è questo, le mie navi se ne vanno»

Vito de Ceglia

Poche parole, concetti chiari. È lo stile di Gianluigi Aponte: «Se i lavori a Calata Bettolo ritarderanno, noi supereremo l'ostacolo spostando il traffico alla Spezia, Livorno, Fos o Valencia. Siamo una società che ha molte alternative, noi non ci fermiamo davanti a niente». Un messaggio lapidario - quello del patron della Msc-Mediterranean shipping company, seconda compagnia di trasporto container al mondo, un centinaio di dipendenti nel capoluogo ligure e un traffico di 600mila «pezzi» all’anno di cui 30mila a Voltri - lanciato giovedì sera dal Museo del Mare di Genova, in occasione della festa dei primi trent'anni di attività dell’agenzia marittima genovese «Le Navi». Il nodo di Calata Bettolo - area del bacino storico di Sampierdarena che Msc gestirà con Luigi Negri, concessionario del terminal Sech - resta al pettine. In particolare, sul futuro approdo di Msc a Genova pesa come un macigno il paventato ritardo sull'inizio dei lavori. Ma Aponte non si scompone: «Non dipende da noi, ma dall'Authority. Prima finiranno i lavori del terminal, prima noi arriveremo a Genova. E la città avrà i suoi benefici perché noi porteremo nuovi traffici e nuovi posti di lavoro. Aspetteremo il tempo necessario, siamo pazienti e non ci scoraggeremo tanto facilmente se la realizzazione dell'opera verrà ritardata».
Stando alla tempistica dell'Authority, il terminal contenitori di Calata Bettolo prevede l'inizio dei lavori della prima fase (viadotti, viabilità, parco ferroviario) per l'autunno 2005 e la fine per dicembre 2007. La seconda fase (banchina, riempimento e dragaggi) inizierà in autunno 2005 per terminare nel 2009. L'importo complessivo dell'opera si aggira intorno ai 130 milioni di euro. Tra le righe, Aponte lancia un altro messaggio a Genova: «È un porto con grandi potenzialità, ma deve saperle sfruttare. La Spezia lo ha fatto, dimostrando un grande dinamismo. Oggi, però, lo scalo spezzino è saturo, non ha grandi margini di miglioramento». Allora, che cosa manca a Genova per sviluppare tale potenzialità? «Non lo so - risponde Aponte -. Ma qualcosa si sta muovendo: Voltri rappresenta un bellissimo porto e il terminal di Calata Bettolo, prima o poi, si svilupperà. C'è grande attenzione da parte dell'Authority per migliorare lo scalo. Il problema della burocrazia, che si riflette sulla realizzazione delle infrastrutture, riguarda il sistema-Paese. In Italia non è stato ancora recepito un concetto diffuso da anni in Nord Europa: prima viene la produzione e l'economia, poi la politica». Altro nervo scoperto, le crociere. L'Authority sponsorizza, da un anno e mezzo, l'istituzione di una società ad hoc costituita dagli operatori del settore per gestire il traffico cruise. Aponte - numero uno della società Msc Crociere, primo cliente del porto genovese, e socio di minoranza nelle Stazioni Marittime Spa - taglia corto: «Non condivido l'idea di dividere la società in due: una dedicata ai traghetti, l'altra alle crociere. Perché una scissione toglierebbe molta flessibilità.

Quindi, l'attuale struttura va bene: deve continuare ad essere polifunzionale e non appiattirsi su alcuni armatori particolari».

Commenti