Se proprio vi manca un «giovedì» perdetevi in un libro

La seconda opera di Jasper Fforde, una storia fantastica tra humor e suspense

Immaginate un’Inghilterra del 1985 in cui branchi di mammuth clonati migrano attraverso le periferie urbane; dove l’autista del vostro tram è un Neandertal e la Guerra di Crimea dura da più di 130 anni. Riuscite a immaginarla? Aggiungeteci allora la Goliath, corporazione invasiva che domina ogni settore merceologico, dalla carta igienica alle reti televisive; e poi il Portale della Prosa, un marchingegno che consente di entrare e uscire da un’opera letteraria. Immaginate che esista la GiurisFiction, una bislacca forza di polizia che opera all’interno dei libri per tutelarne l’integrità e della quale fanno parte lo Stregatto di Alice e la Regina Rossa. E infine immaginate la più improbabile protagonista di un plot narrativo: Thursday Next (letteralmente: «Giovedì prossimo»), agente dell’OPS-27, il Reparto Detective Letterari, incaricata di indagare sulla misteriosa riapparizione dall’oblio dei secoli di una commedia perduta di Shakespeare, il Cardenio.
Se riuscite a immaginare tutto questo, delle due l'una: o siete Jasper Fforde, autore di Persi in un buon libro (Marcos y Marcos, pag. 412, euro 17), o fate parte della schiera di lettori che hanno divorato con gusto il primo romanzo della serie di Thursday Next, Il caso Jane Eyre, e non si sono lasciati sfuggire questo secondo episodio.
È un buon libro? È un libro in cui ci si può perdere, come promette il titolo? Decisamente sì. Basta immergersi nella lettura e ci si trova praticamente costretti a seguire Thursday in una serie di vicissitudini al cui confronto la vita di Giobbe era un picnic senza pioggia o formiche. Basti dire che l’eroina, appena scopertasi incinta, perde il marito, il bel Landen Parke-Laine che aveva sposato alla fine del romanzo precedente: e ciò non a seguito di un divorzio o di una vedovanza, ma perché la Goliath, viaggiando nel tempo, ha «sradicato dalla realtà» il povero Landen. Agli occhi del mondo, tranne che a quelli di Next, è come se il poveretto non fosse mai esistito. Per riaverlo indietro, Thursday accetterà di lavorare per l’odiata Goliath, recuperando uno scagnozzo di quella turpe società che lei stessa, nel romanzo precedente, aveva confinato nella poesia di Edgar Allan Poe Il Corvo. Come se la Goliath non bastasse, sulla strada di Thursday appare (il termine è quanto mai appropriato) la perfida Aornis Hades, sorella del non compianto Acheron e ancor più pericolosa del fratello. E poi una schiera di zombi, un’entità malefica soprannaturale, una belva infernale e il nemico più minaccioso di tutti: la feroce, demenziale burocrazia della Divisione Operazioni Speciali. Mentre è impegnata a resuscitare dal nulla l’amato Landen, Thursday già che c’è dovrà anche impedire che il mondo finisca sommerso da un diluvio di glassa alla fragola, sventare un golpe del sinistro politicante Yorrick Kaine e insegnare al dodo Pickwick a reggersi su una gamba sola (quest’ultima si rivelerà l’impresa più faticosa).
Bilanciandosi come un equilibrista tra suspense e humour, Fforde porta a termine brillantemente anche la sua seconda opera. A chi ha giudicato Persi in un buon libro inferiore a Il caso Jane Eyre, e in calo la vena di Fforde, si può rispondere che l’ispirazione di Fforde è tutt’altro che esaurita. Anche a non voler scomodare la famosa (e per gli autori famigerata) legge letteraria per cui il secondo libro è sempre considerato dai critici inferiore al primo, questo romanzo soffre forse un po’ per la necessità dell’autore di introdurre il nuovo mondo e i nuovi personaggi chiave della GiurisFiction, destinati ad assumere un ruolo di primo piano nei prossimi romanzi.

Ma in fondo anche Il ritorno dello Jedi, prima di finire sullo scaffale dei classici, era stato considerato un mero film di raccordo fra gli altri episodi della saga di Star Wars...
Lunga vita a Jasper Fforde.
Lunga vita a Thursday Next.

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