Secondo anno, secondo regno: quello «dove lumano spirito si purga e di salire al cielo diventa degno». Tocca al Purgatorio trovare luce e colori secondo le rappresentazioni che 33 artisti ne hanno dato, cogliendo linvito della cooperativa il Raccolto e della Società Umanitaria dove i lavori resteranno esposti fino al 20 luglio.
«Il purgatorio ci riporta a visioni meno metafisiche, ma favolesche», spiega Francesco Oppi, presidente de il Raccolto. È lui ad aver inviato, insieme al padre, fin dal 2002, lettere ad artisti italiani e no, con un insolito compitino: un verso di Dante da illustrare. Loro, ricevuta la missiva, si sono armati di pennello e fantasia: mini litografie, disegni, acquerelli. Lavvio della cantica è toccato in sorte a Francesco Correggia, docente di Decorazione a Brera: lui quei colori «doriental zaffiro» con cui si apre la seconda parte del viaggio di Dante li ha immaginati a tinte tenui e pennellate dense. Giovanni Mazza, invece, interpreta, dal secondo canto, lo sbarco delle anime: il loro volto quasi stilizzato ben esprime lansia e lattesa di «colui che nove cose assaggia». Per il canto III, quello dellincontro con Manfredi, figlio di Federico II, è invece il papà del logo della Nutella, Lelo Cremonesi, ad essersi cimentato nella resa della «piaga a sommo lpetto», simbolo del valoroso sacrificio di Manfredi.
Dal Canto VI, invece, la politica per una volta resta fuori, ma lopera di Togo, alias Enzo Migneco, racconta solo dellabbraccio commovente fra Sordello e Virgilio. Dopo Togo, per il canto VII ecco un altro grande: Augustin Vignas. «Lora che volge al disio ai navicanti e ntenerisce il core» del canto VIII è affidato, invece, ad uno dei più giovani artisti, Carmine Sabbatella, classe 1982. Ha i colori forti di Barcellona, della Catalogna e di Gaudí, invece, il quadro di Andres Romera Rodriguez che si è cimentata nellarduo compito di rappresentare linvidia di Guido Del Duca come Dante la definisce nel Canto XIV.
Fra i lavori più ermetici spicca quello di Gianni Gangai che interpreta il XV canto, a proposito dei beni terrestri e celesti. Dante ricorse ad una complessa perifrasi: «Comesser puote chun ben, distribuito in più posseditor, faccia più ricchi di sé, che se da pochi è posseduto».
Dante 100 x 100
fino al 20 luglio Umanitaria
ingresso libero
tel 02 5796831
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.