Se il successo non è solo questione di marketing

Molti credono che, attraverso lo studio mi­nuzioso dei desideri, delle preferenze, dei bisogni delle persone si possa creare il pro­dotto o l’opera d’arte di sicuro successo per­ché risponde esattamente a ciò che la gente aspetta

Molti credono che, attraverso lo studio mi­nuzioso dei desideri, delle preferenze, dei bisogni delle persone si possa creare il pro­dotto o l’opera d’arte di sicuro successo per­ché risponde esattamente a ciò che la gente aspetta. Spesso quando un film o un libro o un manufatto ottengono un vero trionfo lo si attri­buisce a una raffinatissima analisi di marke­ting che ha indicato cosa dire e in che modo dir­lo. Ma non è vero. Steve Jobs non ha creato il suo iPhone domandando cosa la gente voles­se. No,l’ha fatto grazie alla sua visione allucina­ta del futuro, in cui tutto si ottiene sfiorando una superficie. La gente non avrebbe mai im­maginato quello che le ha dato, l’hacapito do­po che lui glielo ha messo in mano.

Io ho seguito la nascita e il successo di Muli­no Bianco e posso assicurarvi che, nel 1975, le persone stavano vivendo la crisi petrolifera, gli anni di piombo e l’inflazione a due cifre:erano angosciate e non avrebbero mai e poi mai im­maginato di venir invitate a tornare all’epoca felice in cui «i mulini erano bianchi».
L’invenzione di un importante prodotto, di una grande opera d’arte avviene sempre quan­do alcuni
innovatori percepiscono che la gen­te­è alla ricerca di qualcosa che non conosce an­cora, e vivono loro stessi questo bisogno e sen­tono germogliare in loro il nuovo. È accaduto così per la musica di Elvis Presley e per quella dei Beatles negli anni Sessanta. Nessuno di lo­ro ha chiesto alla gente cosa desiderava, ha ca­pito che certe espressioni musicali erano supe­rate e ha lasciato che sgorgasse spontaneo il
nuovo. Ma voglio ricordare un altro esempio personale. Quando ho scritto
Innamoramen­to e amore erano di moda le comuni, la promi­scuità, l’amore era considerato un sentimento borghese. Io invece mi sentivo trascinato nella direzione contraria e non dovevo essere il solo perché, quando è uscito il libro, milioni di don­ne e di uomini di tutto il mondo che si vergo­gnavano di essere innamorati, che fingevano di non essere gelosi, che non sapevano più nemmeno dire «ti amo», di colpo hanno ritro­vato la parola.


Il grande marketing si fa studiando le ten­denze storiche, cogliendo le correnti culturali che stanno per emergere. Certo, sono poi indi­spensabili il design, la vendita e la pubblicità, ma la radice del successo viene prima.

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