«Se tocchi le Ferrari in Italia è come attaccare il Vaticano»

nostro inviato

a Silverstone

Per fortuna c’è mister Bernie Ecclestone che la mette sul ridere. Non perché sia questione leggera, ma perché dopo giorni ad alta tensione, se non altro, un sorriso rinfranca. «La vittoria Ferrari? Bella... e poi dimostra che hanno saputo usare bene i disegni presi alla McLaren... Ovviamente scherzo: questo è un successo davvero meritato». Quindi, la postilla: «Una simile vicenda si dimenticherà presto, la F1 è sopravvissuta a cose anche peggiori». Vero, ma vero anche che poco dopo, monsieur Jean Todt, annuncerà la terza puntata dell’affaire: ecco fissata per domani un’altra udienza presso la corte britannica.
Un annuncio, il suo, che arriva dopo che l’uggiosa Inghilterra si è svegliata leggendo alcuni dei suoi quotidiani intrisi dell’attesissimo Nigel Stepney-pensiero. E l’ex tecnico Ferrari non ha deluso le attese: «Nego nel modo più assoluto di aver mai fotocopiato o ceduto documenti Ferrari, nego di averli spediti a Mike Coughlan (l’ingegnere della McLaren al centro del giallo assieme a Stepney, ndr.) ...non sono una spia... Sono stato accusato da Mario Almondo (attuale dt della rossa, ndr.) di aver sottratto alcuni disegni. Ma questi erano legittimamente a mia disposizione». Il racconto di Stepney prosegue così: «Sapevo di essere sempre sorvegliato e sapevo che alcuni potevano accedere al mio computer... i documenti arrivati a Coughlan? Siete davvero certi che gli siano arrivati? E comunque non glieli ho procurati io. Sarei uno stupido».
Stepney racconta poi dei problemi avuti, «sono nati quando Ross Brawn (l’ex direttore tecnico Ferrari e da anni suo capo, ndr) ha detto che si sarebbe preso un sabbatico... e che la struttura tecnica sarebbe cambiata... ho detto a Todt che volevo fermarmi, che non volevo più viaggiare e la Ferrari l’ha presa male... Mi sono sentito come un traditore solo perché non volevo viaggiare... in fabbrica la gente aveva paura di parlare con me...». Il contatto con la Honda? «Ho incontrato Mike (Coughlan, ndr) alla fine di aprile. Avevo avuto una riunione con Fry (capo del team giapponese, ndr), ma non volevo andarci da solo». Quindi l’affondo: «La Ferrari teme che io abbia in testa cose preziose. So dove sono sepolti i cadaveri degli ultimi dieci anni... Pensate che Tombazis (aerodinamico della Rossa andato in McLaren e ora di nuovo a Maranello come capo progetto, ndr) sia tornato alla Ferrari con la testa vuota? L’aerodinamica viene da là perché lui l’aveva in mente». E ancora: «Non sono mai stato un signorsì, appena sono andato contro il sistema sono stato schiacciato... la Ferrari è qualcosa di unico in Italia, è una religione: andarle contro è come attaccare il Vaticano... Ho paura, non ho fatto niente ma ho fiducia nella giustizia italiana».
Dopo il trionfo della Rossa, prima il presidente della Ferrari poi l’ad Jean Todt saranno costretti a commentare. Montezemolo: «È una delle cose più brutte, se non la più brutta, che abbia visto in questi anni alla Ferrari... brutta umanamente, professionalmente e sportivamente. Presto verrà fuori la verità. Mi dispiace che escano questi documenti da una persona che ha lavorato tanti anni a Maranello».

E Todt sugli scheletri ventilati da Stepney: «In Ferrari ci lavorano 900 persone, se ci fossero stati scheletri non avrebbero aspettato 10 anni ad uscire... Comunque, avrete presto delle risposte, martedì (domani, ndr) ci sarà un’udienza presso l’Alta Corte di Londra. Per ora, purtroppo, non posso parlare».

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