Gentilissimo Dott. Granzotto, mi dispiace, ma non ce lha fatta. Nel novembre 2005 rispose ad una lettera nella quale mi lamentavo perché io, medico di famiglia, avevo subito una multa per aver lasciato la macchina con tanto di contrassegno nei posti riservati ai motorini, mentre mi ero recato in fretta e furia a fare una visita urgente ad una malata. Mi scrisse che avrebbe messo a disposizione del sindaco di Prato, Romagnoli, tutto lo spazio possibile per dare risalto alla necessità che fosse fatta giustizia e che la multa fosse tolta. Ebbene, con la velocità di un bradipo con lartrosi, il sig. sindaco si è finalmente fatto vivo. Adesso. Vuole i soldini. Nel frattempo i 36 euro della multa sono magicamente lievitati a 138,55 (altro che investimento in azioni e Bot, investimento in multe), ma tranquilli, questa, mattina finalmente giustizia è stata fatta. Ho pagato. La ringrazio comunque per averci provato e per aver fatto ancora una volta capire quanto vicini alla gente sono coloro che si riempiono la bocca di belle parole quali solidarietà, valori (ovviamente fondanti e condivisi), ecc... Sarà per la prossima...
Marco Romagnoli, il sindaco di Prato, è membro dellAssemblea costituente del Partito democratico. Quello di Veltroni. Quello del «we can». Per la sua formazione comunista - inteso proprio come Pci - e la sua deriva veltroniana, Marco Romagnoli ovviamente pone in cima ai suoi pensieri e al suo impegno politico - lo ha ripetuto non si sa quante volte - linteresse dei cittadini. E si è visto. Si è visto quando, cogliendo le istanze degli intrattenitori radiofonici de «La banda gastrica», mostrò vivo interesse per la proposta di istituire, nella sua Prato, i «luoghi da trombo», siti attrezzati il cui fine sintuisce al volo e sul quale è dunque superfluo insistere. Siti che Marco Romagnoli promise di realizzare - promesse elettorali, promesse da marinaio veltroniano, ma pur sempre impegno, parola data - una volta accomodatosi sulla poltrona di primo cittadino. Questo per dire che Marco Romagnoli non si limita a tagliar nastri, ma interviene con decisione quando si tratta di affermare un diritto, quando è il caso di sanare uningiustizia, come è quella che nega ai bravi pratesi aree adatte (e attrezzate) ove dar sfogo a certe loro pulsioni.
Poi ecco che un medico di famiglia, chiamato durgenza, lascia la propria autovettura, debitamente fornita di contrassegno, nello spazio destinato al parcheggio dei motorini. Ecco che un vigile urbano eleva contravvenzione, evidentemente ritenendo il diritto al parcheggio dei motorini prioritario rispetto a quello della salute del cittadino. Ecco, infine, che la faccenda giunge a conoscenza di Marco Romagnoli. Ci si sarebbe aspettati che con una alzata di spalle il sindaco avesse gettato quella contravvenzione nel cestino: non bisogna infatti essere di sinistra per capire che un dottore chiamato durgenza parcheggia dove può: certo non in mezzo alla strada o davanti al portone di casa di un Romagnoli, ma, ad esempio, nellarea riservata ai motorini, che lì ostacoli al traffico non li pone di sicuro. E invece no.
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