«Purtroppo per coloro che ci governano male nella nostra stessa patria, il fatto che non possa partire e tornare volontariamente dall'isola dove sono nato è, di per sé, la testimonianza più inconfutabile del fatto che, purtroppo, nulla è cambiato nel sistema autocratico che amministra il mio paese». È il messaggio che il dissidente cubano Guillermo Farinas ha mandato oggi ai parlamentari europei in occasione della cerimonia del premio Sakharov, a cui il governo di Cuba gli ha impedito di partecipare. Simbolicamente, nell'Aula di Strasburgo è rimasta una sedia vuota per il vincitore del riconoscimento dell'Europarlamento.
«Non vi fate ingannare dal canto delle sirene di un crudele regime di "comunismo selvaggio" nel valutare le politiche dell'Ue nei confronti di Cuba», ha ammonito il dissidente la cui testimonianza è stata trasmessa attraverso un messaggio preregistrato. Secondo Farinas, infatti, si può pensare a un cambiamento delle relazioni tra Bruxelles e Cuba solo se saranno rispettate cinque condizioni.
Primo, proseguire nella liberazione, senza espulsione, di tutti i prigionieri politici e di coscienza, oltre a impegnarsi pubblicamente a non incarcerare mai i dissidenti politici non violenti. Secondo, porre immediatamente fine alle violenze e alle minacce contro i dissidenti pacifici all'interno del Paese da parte dei sostenitori militari e paramilitari del regime. Terzo, annunciare che saranno esaminate e soppresse tutte le leggi cubane incompatibili con la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
Quarta condizione per Farinas, concedere la possibilità, nella prassi quotidiana, di creare partiti politici di opposizione, mezzi di informazione non subordinati al sistema del «socialismo di Stato», sindacati indipendenti e qualsiasi altro tipo di organizzazioni sociali pacifiche. Infine, riconoscere pubblicamente a tutti i cubani che vivono nella diaspora il diritto di partecipare alla vita culturale, economica, politica e sociale di Cuba.
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