Politica

Segnali di pace da Forza Italia: mai pensato a un tradimento Udc

Bonaiuti: nessun azzurro, tantomeno il Cavaliere, ha accusato di slealtà i nostri alleati

Fabrizio de Feo

da Roma

Fulmini, lampi e saette e poi di nuovo qualche sprazzo di sole. La tempesta estiva che agita le acque della maggioranza e riporta periodicamente sotto i riflettori i malumori dei centristi e la loro «richiesta di discontinuità» torna a colpire la Casa delle libertà. Questa volta, però, ad aprire le ostilità e a far salire la temperatura ci pensa Silvio Berlusconi che, in un’intervista a La Stampa, afferma, rispondendo a una domanda sull’Udc, che «c’è chi pensa di salvarsi offrendosi al vincitore». Come dire che gli ex Dc starebbero meditando di lasciare la maggioranza. Una stoccata affilata che provoca una reazione stizzita da parte degli uomini di Via Due Macelli che, con Marco Follini, definiscono «miserevole» ogni ipotesi doppiogiochistica e chiedono una precisa smentita di Berlusconi sui presunti tradimenti.
La situazione sembra precipitare. La dialettica interna già ruvida rischia di salire ulteriormente di tono. Prova ne sono le interviste che il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi concede a Radio Radicale e a Sky Tg24. «Miserevole è il tentativo condotto (non so se consapevolmente o inconsapevolmente) di logorare la leadership politica rappresentata da Silvio Berlusconi, unica possibilità che abbiamo di vincere le elezioni. Voglio dire all’amico Follini di lasciare perdere parole che non corrispondono neppure alla tradizione moderata della Dc. Miserevole è una parola brutta, lasciamola ai nostri avversari politici». «Sono solito cercare di riportare il dibattito alla ragionevolezza politica - aggiunge Bondi -e in Forza Italia c’è molta ragionevolezza e buonsenso. Ma forse qualcuno pensa che abbiamo gli anelli al naso, e io dico che non è così».
Bondi ricorda di aver proposto «quattro anni fa il partito unico dei riformisti». «E lo feci rivolgendomi proprio all’Udc, parlando di un partito che si ispirasse al Ppe. E qual è stata la risposta dell’Udc? Una risposta negativa, addirittura sgarbata nei miei confronti». E ancora: «Berlusconi per primo ha posto la questione della leadership. Qual è stata la risposta dell’Udc? Una risposta poco lungimirante, se si pensa alla relazione di Follini al suo congresso o all’intervista di Casini al Corriere in cui ha dismesso la sua caratteristica di essere super partes per indossare la casacca della politica di partito. Ora prendiamo atto che Casini e Follini sono disponibili alla costruzione di un nuovo soggetto dei moderati e dei riformisti. Siamo contenti. Ma allora sono incomprensibili e inaccettabili le posizioni che tendono a rimettere in discussione la leadership di Berlusconi». Quanto all’ipotesi ventilata da Baccini di un abbandono della Cdl da parte dell’Udc: «Mi sembra un misto di minaccia infantile e di velleitarismo politico irragionevole».
Le parole di Bondi, ovviamente, non riportano la pace tra Forza Italia e Udc e le due forze politiche sembrano avviarsi a una resa dei conti. Nel pomeriggio, però, il portavoce del presidente del Consiglio, Paolo Bonaiuti, provvede a gettare acqua sul fuoco e a smussare le asperità. «Nessuno in Forza Italia, tanto meno il presidente del Consiglio, ha pronunciato parole legate al concetto di tradimento o di traditori nei confronti dei nostri alleati» afferma in una dichiarazione Bonaiuti. Un gesto di pace che viene apprezzato sull’altro fronte, tant’è che si parla di «offesa sanata», anche se si precisa che il «conflitto politico resta aperto».
Un conflitto fin qui segnato dalla sequenza di affondi polemici messi a segno dai centristi in questo caldo agosto politico. E riattizzato in mattinata dall’intervista di Berlusconi che, oltre a lanciare l’allarme su eventuali cambi di campo delle forze della sua coalizione, mette un nuovo punto fermo sulla questione del candidato-premier del centrodestra. «Certo, pure noi della maggioranza abbiamo i nostri problemi. Stia sicuro, li affronteremo. Le liti sulla leadership? Non deve rivolgere a me questa domanda. Perché c’è uno solo in grado di tenere insieme tutta la coalizione, e quell’uno si chiama Silvio Berlusconi. Quindi il capitolo è già chiuso. Il candidato nel 2006 sarò io. Poi, con il partito nuovo si faranno delle regole che il partito stesso si darà, e allora vedremo... Ma per adesso non ci sono novità». «Lei ha detto che chi ha idee diverse è libero di andare dove vuole. È sembrato molto duro verso l’Udc» chiede il giornalista. Secca la replica. «Forse qualcuno parte da una valutazione errata. E magari c’è chi pensa di salvarsi offrendosi al vincitore. Ma la prego, non mi faccia parlare perché altrimenti...». Sono queste le parole che accendono l’insofferenza centrista.

I titoli di testa di una vicenda destinata a regalare nuove repliche.

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