La segretaria del premier tre ore dai pm

Hanno voluto sapere perché al telefono parlava in codice usando i termini «fotografie» e «scatti» per intendere quello che i magistrati sono sicuri fossero soldi. Quante volte, dove e quando, ha incontrato Lavitola. Quante volte Lavitola si è recato dal premier. Quante volte c’è andato con Tarantini. Quanti denari ha versato, su input del Cavaliere, al collaboratore peruviano di Lavitola che di tanto in tanto si recava a palazzo Grazioli a ritirare il quantum per Tarantini. In banconote di quale taglio. E soprattutto per quali esigenze.
Un faccia a faccia pressante, a tratti duro, quello dei pm napoletani alla storica segretaria particolare di Silvio Berlusconi, Marinella Brambilla, finita al centro dell’inchiesta sulla presunta estorsione al presidente del Consiglio perché considerata un anello fondamentale della presunta rete. La prova della vicinanza tra Berlusconi e Lavitola, poiché quest’ultimo aveva con lei «facilità e frequenza di interlocuzione», annota il gip, che come i pm considera il rapporto tra i due un «corollario» della «speciale vicinanza» tra editore dell’Avanti e premier.
Così la donna sarebbe stata, sempre secondo gli inquirenti, «abilitata a concordare con Lavitola - scrive il gip - la consegna di consistenti somme di denaro in contanti che il Lavitola provvede poi a far ritirare dal suo incaricato, secondo tempi e modalità ispirate al massimo della riservatezza e della circospezione possibile, utilizzandosi a tale scopo nei colloqui con la predetta Brambilla, termini criptici e convenzionali per riferirsi ai soldi, concordemente definiti fotografie da stampare».
L’«ombra» da oltre trent’anni di Silvio Berlusconi è stata ascoltata in qualità di persona informata sui fatti, dunque obbligata a dire la verità. Oltre tre ore di faccia a faccia in procura a Napoli con i pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock, concluso poco dopo le 19.30. La signora Marinella avrebbe risposto a tutto tondo anche a fronte di precise contestazioni e relativamente ad intercettazioni che, a prima linea, potevano sembrare scivolose. Tanto che uno dei pm, Vincenzo Piscitelli, ha detto di essere «soddisfatto» della deposizione.
I rapporti tra Lavitola e Marinella non sempre sono improntati al massimo della cordialità. La segretaria del capo del governo respinge spesso al mittente le incursioni dell’editore. Il 28 giugno scorso Marinella finisce al centro di una intercettazione con Lavitola sulla quale gli investigatori hanno chiesto conto alla donna. Nella chiacchierata la donna dopo aver riferito a Valter che «le venti foto sono pronte», battibecca con il giornalista che le chiede di intercedere per parlare con Berlusconi. «Gli devo parlare...», attacca Lavitola. «Sì e adesso non può, adesso non può», ripete la Brambilla, ma il direttore dell’Avanti insiste, spiega che ha bisogno di 10 minuti «con calma», e la Brambilla taglia corto: «Ho capito! L’ho capito... non rompermi più, dai, fai il bravo su, Valter». Anche su questa intercettazione, la segretaria del premier avrebbe confermato la dazione di denaro, ma non secondo il «tasso di cambio» tra foto e euro ipotizzato dai pm, secondo i quali 20 scatti corrisponderebbero a 200mila euro (10mila a «foto»).

Sempre Lavitola, intercettato però con Tarantini, per convincere quest’ultimo a desistere dal voler a tutti i costi incontrare Berlusconi, insinua un dubbio sulla storica segretaria, definendo la visita «un inutile rischio a lui perché io non mi fido più neanche di Marinella, delle segretarie e di nessuno perché stanno uscendo cose vere». Al termine del lungo faccia a faccia con le toghe partenopee, Marinella Brambilla ha accuratamente evitato i cronisti, lasciando la procura di Napoli da un’uscita secondaria per tornare all’ombra del «dottore».

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