Sei italiani su dieci invocano il partito unico di centrodestra

Sondaggio per il «Giornale»: il 62 per cento chiede solo due grandi schieramenti: sia per la Casa delle libertà sia per il centrosinistra

Massimiliano Scafi

da Roma

Rosso e nero, destra e sinistra, maggioranza e opposizione, progressisti e conservatori, di qua o di là. Insomma, c’è voglia di bipartitismo e di semplificazione. Una voglia forte, che, stando a un sondaggio di Fng ricerche, attraversa sette italiani su dieci e che spinge il 62 per cento dei cittadini a vedere con favore aggregazioni, anzi «fusioni definitive», tra le varie forze politiche oggi in campo dentro i due schieramenti. Per la grande maggioranza degli elettori c’è troppa offerta: bisogna quindi tagliare, sfoltire, unificare.
Nel centrosinistra il progetto del Partito democratico è un cantiere appena aperto: si dibatte tra modello americano o socialdemocrazia europea, si discute su chi, tra Ds e Margherita, debba avere lo scettro del comando, si contano i tanti che non vogliono entrare. Nel centrodestra la marcia verso il Partito unico delle libertà, secondo parecchi osservatori, ha fatto l’altra sera a San Giovanni un grosso passo avanti: ma anche lì resta il problema dell’Udc e di quelli che lavorano a un Grande Centro.
Gli sforzi di semplificazione del panorama politico sarebbero comunque in sintonia con quanto sostanzialmente chiede la gente, sia a destra che a sinistra. Una tendenza che emerge chiaramente da una ricerca della Fng, secondo la quale il 68,4 degli intervistati preferirebbe vedere in Parlamento due soli partiti-schieramenti. Il 19,4 vorrebbe invece «solo pochi partiti grandi» mentre l’8,4 li vorrebbe tutti e non toccherebbe nulla.
Seconda domanda: «Sarebbe meglio che i due schieramenti di centrodestra e centrosinistra si fondessero definitivamente in due partiti unici?». Risposta: il 42,6 per cento del campione si dice «molto d’accordo», il 19,4 «abbastanza», il 13,2 «poco» e il 19,6 «per nulla». Dunque in totale i favorevoli alle unificazioni sono il 62 per cento e i contrari il 32,8. Il cinque per cento non sa.
Percentuali e preferenze cambiano però sensibilmente scomponendo il campione per categorie di età, di sesso, di aree geografiche, di livello di istruzione. Si scopre così che un sistema con due soli partitoni o rassemblement piace al 74,5 per cento di chi ha la licenza elementare e «solo» al 56,8 dei laureati. Soddisfa il 73,9 per cento degli ultra 56enni ma «appena» il 63,4 di quelli tra i 18 e i 35 anni. Attira il 70,2 per cento delle donne e il 66,4 degli uomini. È gradito dal 71,5 degli abitanti del Meridione e dal 62,3 di quelli del Triveneto.
E cambiano ancora di più a seconda delle personali opinioni politiche. I più entusiasti alla semplificazione del quadro sono quelli che simpatizzano con i partiti più grossi. Favorevoli, sempre secondo il sondaggio, il 73,7 dei Ds, il 72 di Forza Italia, il 68,6 di An, il 67,5 della Lega e anche il 71,3 del Pdci e il 75,7 dell’Udc. Nella Margherita invece il gradimento si ferma significativamente sotto la metà, 49,4. Quanto a una vera unificazione, il 67 per cento degli elettori di Fi, il 66 dell’Udc e il 67 di An vuole il Partito della libertà.

Nel centrosinistra i fautori del Pd si trovano soprattutto tra i Ds, 64 per cento, Verdi, 66,1, e Comunisti italiani, 59. Molto più tiepidi appaiono quelli della Margherita: il 46 per cento per il sì, gli altri sono contrari.

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