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SEI NAZIONI L’Italia del rugby perde e non piace

Troppi falli ed errori banali: il Galles impartisce una dura lezione agli azzurri. Il ct Mallett: «A questo livello non si può sbagliare così»

da Cardiff

La sconfitta è la più pesante della storia dei precedenti azzurri nel Sei Nazioni: il dato numerico è lo stesso del ’99 quando finì 60 a 21 in altri ottanta minuti da dimenticare. Ancora una volta l’Italia del rugby gioca una partita a metà: meglio il primo tempo ieri al Millennium, ma il risultato - 47 a 8 - parla di una partita a senso unico, con gli azzurri che recriminano per un paio di pali colpiti da Marcato e per un’occasione d’oro scivolata tra le mani di Gonzalo Canale sugli sviluppi di una bella combinazione propiziata da Masi che aveva aperto come una scatoletta la difesa gallese. E il segno che, quando vogliono, gli azzurri sanno dare anche qualità. Ma a Cardiff non basta.
Non basta neanche la grande tenuta difensiva mostrata in quei primi 40 minuti che serviranno per tirare la croce addosso al numero dieci azzurro protagonista del passaggio maldestro che ha innescato la galoppata di Shanklin in occasione del secondo sigillo dei dragoni. A illudere gli azzurri la meta di Castrogiovanni, un colossale regalo su una rimessa laterale giocata dai gallesi per conto degli azzurri. Però il tema della partita non si schioda dai canoni di una sfida che l’Italia gioca soprattutto in chiave difensiva. La generosità di Parisse è esemplare a ridosso dei raggruppamenti. E ogni iniziativa dei padroni di casa sembra agevolmente letta dalla difesa azzurra. Ai dragoni tocca volare per saltare all’esterno l’aggressività azzurra: per Gatland è un segnale da interpretare sul piano tattico per far crollare la montagna delle speranze azzurre.
Marcato ci porta a -5 prima di tornare negli spogliatoi. Ma al rientro la musica è diversa. Shanklin ci mette 1’38” per intercettare il pallone trasformato da Masi all’esterno e volare in mezzo ai pali: è l’inizio della fine. E quando Masi lascia il posto a Buso, Marcato viene dirottato all’apertura ma ad eccezione di un paio di tentativi al piede, il cambio non paga. Anzi permette al Galles di premere sull’acceleratore, Shane Williams segna altre due mete (e contro l’Italia fa sette), Byrne replica.
Per il ct Mallett «nel primo tempo avremmo potuto chiudere in vantaggio, purtroppo abbiamo sprecato un paio di occasioni e a questo livello gli errori si pagano. Nella ripresa però la meta d’intercetto ed il cartellino giallo a Mirco Bergamasco hanno dato una svolta alla partita». Per l’Italia ora l’obbiettivo è evitare il cucchiaio di legno.

Ce lo giocheremo a metà marzo in casa contro la Scozia, battuta ieri dall’Irlanda.

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