«Gli italiani hanno reagito alla crisi attivando risposte adattive, ovvero rinforzando la propria politica di risparmio e prudenza, che sono due caratteristiche tipiche del nostro Paese», sintetizza Simona Zanti di Gfk Eurisko che ha curato l«Osservatorio su Risparmi degli italiani» per Ing Direct. «La crisi - prosegue la ricercatrice - ha portato forse gli italiani a rivalutare laffidabilità del nostro sistema finanziario, ma ciò non è stato sufficiente per far risvegliare una domanda che resta diffidente verso soluzioni di gestione del risparmio che non consentano di tenere sottocchio il proprio denaro con la stessa facilità con cui si monitorano le spese».
La situazione economica degli italiani è migliore o peggiore rispetto a sei mesi fa?
«La visione economica degli italiani risulta permeata da un sentimento di stabilità rispetto al passato, che lascia però intravedere per il futuro i primi segnali di ottimismo. Nonostante la scarsa soddisfazione dichiarata per il benessere economico familiare (reddito e lavoro), gli italiani guardano con positività alla loro capacità di continuare a risparmiare, modificando le strategie di risparmio e consumo per adattarsi allo spirito dei tempi: 7 su 10 si aspettano, infatti, di mantenere stabile la propria capacità di risparmio».
Gli italiani riescono a risparmiare? Quanto?
«Sebbene tra povertà reale e povertà percepita risparmiare, oggi, sia per tutti più faticoso, il risparmio è importante per la maggioranza degli italiani: circa sei italiani su dieci riescono ad accantonare una parte delle entrate. Mediamente si accantona il 5,2% delle entrate pari a 100 euro al mese».
Come fanno a risparmiare?
«Restando a un livello di analisi superficiale, potremmo parlare di una strategia di semplice buon senso, che però di semplice ha molto poco. Si tende ad essenzializzare gli acquisti e rivedere i progetti in una logica nuova. Le direzioni, infatti, sono da un lato il taglio delle spese considerate superflue, dallaltro una maggior accortezza negli acquisti. Si tagliano o si rimandano spese considerate meno prioritarie (abbigliamento, servizi di telefonia, e automobilistico i settori che più ne hanno risentito), si concentrano gli acquisti nei discount (ma anche negli outlet) e durante i saldi o si cerca di risparmiare sui consumi domestici (contenendo ad esempio le spese per lacqua o la luce)».
A cosa gli italiani non sono disposti a rinunciare?
«Cibo di qualità (prodotti di marca, sfizi e specialità), e spese, anche non indispensabili, per i figli e le vacanze. Ma risultano importanti anche le spese estetiche.
Nella scelta della banca che cosa si guarda?
«La crisi ha indotto gli italiani a guardare con ancor maggior cautela al mondo della finanza e ha accentuato la presa di distanza dagli investimenti finanziari. Si ritiene più sicuro lasciare quanto più possibile in forma liquida e a vista, alimentando, di fatto, le proprie giacenze in liquidità. La convenienza economica gioca un ruolo fondamentale nella scelta della banca e in particolar modo nella scelta del conto corrente, sebbene risulti scarsa la consapevolezza da parte degli intervistati del costo del proprio conto.
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