È sempre più accesa la protesta dei tassisti

Francesco Bisozzi

I tassisti continuano a tenere in scacco la città. Ieri, alle prime ore del mattino, una folla di auto bianche ha bloccato nuovamente piazza Venezia rallentando la circolazione di auto e bus nelle ore di punta. Per rimediare alla situazione sono intervenuti i vigili urbani che hanno deviato il traffico effettuando una serie di chiusure a soffietto. La protesta è andata avanti poi fino a sera. Le vetture sono state disposte in doppia fila intorno alla grande aiuola centrale e hanno anche invaso il parcheggio Aci in via dei Fori Imperiali.
All’ombra, seduti sulla staccionata di legno che abbraccia i giardinetti, i proprietari dei mezzi hanno speso il pomeriggio a parlottare. Animandosi ogni volta che si avvicinava una telecamera per riprendere la situazione. «Rimarremo qui a oltranza - ha dichiarato il presidente dell’Ait, l’associazione italiana dei tassisti - fino a quando il decreto non verrà cambiato. E chiediamo che la commissione che ci sta lavorando sopra in questi giorni sia in parte formata da persone vicine alla categoria».
Sopra i taxi erano ben visibili dei cartelli che prendevano di mira il governo e, in particolare, il ministro allo Sviluppo economico Pierluigi Bersani. Su molti campeggiava la scritta: «L’amico delle coop è nemico dei tassisti». Sotto i tergicristallo erano stati infilati invece dei ciclostilati, dove comparivano suddivisi in quattro punti i motivi «che hanno spinto la categoria a promuovere forme di lotta spontanee contro il decreto legge sulla competitività presentato dal Consiglio dei ministri a fine giugno». Oltre a chiedere «l’abrogazione del divieto di cumulo delle licenze», il volantino denunciava «il ritorno a una situazione di precariato dei tassisti» e metteva in dubbio gli effetti positivi promessi dai fautori della liberalizzazione. «Vogliamo potenziare il servizio per rispondere meglio alle esigenze dell’utenza - si legge in fondo al volantino - ma non sono questi i modi. Siamo dei lavoratori che cercano di sbarcare il lunario, non una lobby come si vuol far credere».
Alla manifestazione era presente anche il consigliere comunale di An Fabio Sabbatani Schiuma: «Dopo le dichiarazioni del senatore Storace e del presidente di An Gianfranco Fini, anche nella capitale il partito conferma la netta posizione della destra in difesa della categoria dei tassisti. Mi auguro che il sindaco Veltroni e l’assessore Calamante convochino al più presto le rappresentanze degli operatori nella commissione consiliare permanente, così da rasserenare gli animi e mostrarsi disponibili a tutelare la categoria senza ledere gli interessi dell’utenza. Dovrebbero prendere spunto dagli amministratori locali milanesi che hanno dimostrato come, concertando proposte e innovazioni con la categoria, si possano aumentare i taxi in circolazione senza andare a toccare il numero delle licenze». Non pago, Schiuma annuncia per domani un sit-in simbolico di protesta davanti al Senato. Lo slogan? «No taxi, no party».
Oggi intanto andrà in scena la prima udienza del ricorso presentato al Tar contro il provvedimento del Comune.

Mentre al Circo Massimo è prevista l’assemblea generale dei tassisti (attese 40.000 auto bianche) alla quale parteciperanno rappresentanti della categoria provenienti da tutto il Paese. Tra gli argomenti in programma, le forme di lotta da adottare in futuro.

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