Roma - Il Senato azzittirà definitivamente i Dico. Il disegno di legge sulle coppie di fatto, così come è stato licenziato dal governo, non ha alcuna chance di essere approvato dall’aula di Palazzo Madama. Questa è una certezza per la senatrice Paola Binetti, la punta di diamante dello schieramento dei teodem, l’ala cattolica della Margherita. Una certezza che la rende molto tranquilla e anche disponibile al dialogo con quelli che dovrebbero essere i suoi alleati ma che in realtà sulla questione convivenze sono schierati sul fronte opposto come avversari. Avviamo pure il dibattito parlamentare sulle coppie di fatto, dice in sostanza la Binetti, tanto quel ddl non passerà mai le forche caudine dell’aula di Palazzo Madama. Tra i suoi avversari prima di tutto le ministre Barbara Pollastrini (ds) e Rosy Bindi (Margherita) che hanno firmato il ddl. E da oggi in poi il presidente della Commissione Giustizia del Senato, il diessino Cesare Salvi, che proprio ieri ha annunciato che, subito dopo il voto di fiducia al governo Prodi, il suo primo impegno sarà quello di avviare l’iter parlamentare dei Dico.
Senatrice Binetti la questione Dico non è chiusa affatto: il leader della Quercia, Piero Fassino, si è impegnato in prima persona a farli approvare, la Pollastrini si oppone a qualsiasi rinvio e Salvi annuncia l’avvio del dibattito...
«Dopo la forte mobilitazione del governo era inevitabile che si avviasse il dibattito parlamentare. Una discussione dalla quale non abbiamo intenzione di sottrarci ma alla quale intendiamo partecipare proprio per modificare profondamente il testo in questione».
Salvi non mostra di credere molto a questa sua disponibilità. Anzi teme addirittura che lei invochi su di lui «la maledizione divina».
«E invece io farò esattamente il contrario: chiederò un aiuto affinché anche il senatore Salvi abbia un’illuminazione e veda la strada più giusta».
Quale?
«Io invito tutti i miei alleati ad assumere la consapevolezza che su questo tema la maggioranza non c’è. Non c’è un punto di vista condiviso. Certamente non è ancora stato trovato e io sono pure disponibile a cercarlo ancora, insieme, attraverso la discussione nelle Commissioni e in Parlamento. Ma voglio pure insistere ancora nel richiamare l’attenzione sulla fragilità del consenso intorno a questo tema».
Insomma sta avvisando i suoi alleati: attenzione che sui Dico rischiate un’altra pessima figura?
«Certo. Anche su questo ddl si corrono grossi rischi come per il voto sulla missione in Afghanistan. La differenza è che su questo dibattito non viene posta fiducia quindi tanto più non ci sentiamo vincolati».
Ai Dico in aula direte no?
«Ho già detto e ribadisco che questo provvedimento così com’è non lo voto. E sinceramente non ci sono soltanto io a dire no. Siamo in parecchi».
Il ministro Pollastrini la accusa di usare toni da crociata.
«Guardi, non ho alcuna intenzione di fare crociate contro i Dico visto che basta soltanto una semplice riflessione: sulle coppie di fatto la maggioranza non ha in numeri. Non c’è bisogno di predisporre una campagna. Semmai metterò tutto il mio impegno per una crociata in favore della famiglia».
Su chi conta per affossare i Dico?
«Be’ quando Mastella dice che non li vota e poi ci sono un paio di senatori a vita sicuramente contrari e a questi ci aggiungiamo i nostri voti è evidente che i Dico non hanno i numeri per passare».
Nella riproposizione del governo Prodi alle Camere la novità è l’ingresso di Marco Follini. Pensa che la bilancia penderà a questo punto dalla parte del centro e dei moderati?
«Tutti noi auspichiamo che il centrosinistra ritrovi la dimensione dei valori e Follini può rappresentare un ancoraggio più forte ai valori della tradizione. Contiamo sul suo sostegno per rinvigorire le politiche a favore della famiglia».
Le scelte di parte della sinistra radicale sono costate a Prodi le dimissioni.
«Sicuramente cercherò di far contare di più valori in cui credo mettendo al centro della scena la tutela della famiglia».
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