Telenovela Brebemi. Millesima puntata, con colpo di scena: dopo lo stop del Senato, arriva il via libera del ministro Di Pietro. La commissione Lavori pubblici del Senato ha chiesto infatti una nuova gara pubblica. Una sorta di garanzia contro il rischio di «infrazione comunitaria» e di ricorsi da parte di altri competitori e per assicurare il pieno rispetto delle regole sulla concorrenza negli appalti. Di fatto una bocciatura al metodo della Cal, la concessionaria gestita a metà tra Regione Lombardia e Anas e un paletto non trascurabile nel percorso verso l'apertura dei tanto sospirati cantieri. Il presidente lombardo Roberto Formigoni non si è dato per vinto e non ha voluto sentire ragioni: la Brescia-Bergamo-Milano si farà e sarà rispettata la tabella di marcia programmata. «Ora mi attendo che il ministro Di Pietro firmi subito le convenzioni per Pedemontana e Brebemi - commenta Formigoni- e che un minuto dopo le firmi il ministro all'Economia Tommaso Padoa-Schioppa». Una richiesta puntualmente accolta dal ministro alle Infrastrutture. «Unopera necessaria: non appena le carte saranno state restituite dalla Commissione - ha precisato Di Pietro - provvederò a sottoscrivere per la parte che mi compete il Decreto Interministeriale allautorizzazione dellopera».
Formigoni tiene a precisare che il parere del Senato non è vincolante e quindi si possono ancora evitare battute di arresto nel progetto. «Mi aspetto - aggiunge il governatore - che il Governo mantenga gli impegni più volte assunti e firmi dunque le convenzioni, permettendo l'avvio immediato delle opere».
«Dietro questo evidentemente c'è un significato politico - rincara la dose l'assessore lombardo alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo -. È assolutamente contraddittoria una maggioranza che alla Camera vota a favore e poi in Senato dà un altro parere». Preoccupati i senatori di An, Ugo Martinat e Alessio Butti: «La Brebemi - commentano dopo la commissione a palazzo Madama - rischia seriamente». A differenza di quanto accaduto alla Camera, al Senato è passato con una maggioranza di appena un voto, decisivo quello della senatrice Franca Rame, un parere dell'Unione che contiene prescrizioni dal carattere decisamente ideologico, proprio di quelle forze politiche al governo del Paese contrarie alle grandi opere. Secondo gli esponenti dei Verdi, lo schema di convenzione «necessita di modifiche ed integrazioni per adeguare il testo alle nuove norme sulle concessioni autostradali, come già prescritto esplicitamente dal Cipe.
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