Tra Sensi e Agnelli, Borriello ha scelto la Champions

Entusiasmo a Ciampino per l’arrivo di Borriello. Non si ha notizia di fermenti e caroselli né a Caselle né a Torino Porta Nuova per la presenza di Rinaudo. Vanno così le cose di calcio, la Roma porta via da sotto al naso della Signora il centravanti del Milan. L’operazione viene ispirata da una banca, secondo usi e costumi del Paese, l’UniCredit ha messo le mani sul patrimonio giallorosso indebitato per multimilioni ma, per questione di affetto e di business, ha concesso un’altra apertura di credito a Rosella Sensi che ha portato a investire di nuovo sul mercato calcistico e agguantare il napoletano, con una formula di pagamento ormai in gran voga, prestito oggi, riscatto tra un anno, insomma assegno post datato, cambiale, tanto per rendere l’idea a chi non capisce le strane regole contabili del mondo football.
A Torino sono rimasti con quella faccia un po’ così di quelli che pensavano già a stampare la maglietta per il ragazzo di San Giovanni a Teduccio e a disegnare un nuovo attacco per Delneri e invece sono costretti a buttare via la matrice e il progetto tattico. La banca di Elkann e Agnelli non ha offerto le stesse garanzie a Borriello che in verità ha scelto la champions, ha scelto Roma, ha scelto di stare vicino «amammà», ha scelto una piazza più calda e sicura di quella più grigia e delicata torinese.
Impensabile fino a qualche tempo fa: Di Natale, Burdisso, Kaladze, Borriello, il ciapanò o traversone, secondo le regioni, della Juventus si vede rifiutata, non è più la stazione di arrivo, il punto di riferimento. Per i contemporanei ricordo l’estate in cui Virdis si attaccò alla sua sarditudine e tentò di non mollare Cagliari e l’isola, Boniperti lo raggiunse, con lui stette ore, giorni, settimane, alla fine lo convinse, la Juventus prima di tutto e Virdis partì per il continente. Oggi non c’è figura carismatica, potente, capace di tanto, i procuratori fanno e disfano, i calciatori dispongono, le banche assicurano e l’UniCredit di colpo ha aperto una porta che sembrava chiusa, ribadendo che Roma è città eterna anche per i debiti del pallone.
Nessuno scandalo: il calcio vive la sua allegra esistenza, può spalmare debiti a proprio piacimento, si salva con fideiussioni anche fasulle, balla sul Titanic, parla di fair play finanziario ma gioca con il monopoli, l’importante è fare felice il meraviglioso pubblico. A Torino ci hanno provato, con un budget limitato nell’immediato, con un orizzonte tecnico di altrettanto corto raggio, sbagliando la tempistica dell’intervento prima e dell’annuncio dopo: mentre a Milano lanciavano i coriandoli illuminando il sito internet della società con un debordante «…Anche Robinho!!!» e a Roma la società tirava fuori dal cilindro il coniglio Borriello, a Torino, confermando l’antica etichetta di bôgianen, hanno sussurrato il nome e il cognome di Leandro Rinaudo, come a dire, ci siamo anche noi. Va da sé che le reazioni del pubblico, nel senso dei tifosi, è diversa, va da sé che i progetti delle squadre interessate, anche.
Può darsi che il campo smentisca maghi, esperti, pronostici, previsioni ma l’ultima giornata di calciomercato ha segnato una svolta, ha fatto sentire un nuovo profumo.

Dove questo sostantivo può essere letto anche con la prima lettera maiuscola, nel senso dell’onomastica dell’amministratore delegato. Dice il profilo di UniCredit: «Sostenere i clienti nel raggiungere i loro obiettivi». Detto e fatto. Venditti dovrebbe riscrivere il meraviglioso inno giallorosso «Grazie Banca».

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