La Sensi manda tutti in castigo: «Sono allibita...»

Roma sfaldata? Rosella Sensi prova a ricompattarla, ordinando il rimedio più vecchio in voga nell’animato pianeta calcio. «La situazione è grave e la squadra andrà in ritiro - annuncia la presidentessa giallorossa - per rispetto della maglia e dei nostri tifosi». Qualche episodio, però, vi è girato male. «Rimango allibita, sia di fronte al rigore concesso all’Udinese che a quello non dato a noi, con conseguente ammonizione di Vucinic: chiare dimostrazioni di scarsa professionalità da parte dell’arbitro. Mi sembra di essere ritornata indietro di qualche anno, quando certe situazioni capitavano a mio padre...». Luciano Spalletti annuisce. «Sono un dipendente della società e, come tale, accetto la decisione - recita il tecnico - quindi andremo in ritiro. Se mi sento a rischio? Il ruolo dell’allenatore è a rischio per definizione. Il sistema calcio contribuisce, comunque, a rafforzare questo concetto».
Gli chiedono: tre sconfitte consecutive in campionato non le capitavano dai tempi della Sampdoria... «È una vita intera che sono abituato a nuotare nelle difficoltà». Però c’è chi sostiene che la squadra le è ormai scappata di mano. «Non credo proprio. Il problema è conoscere le virtù degli avversari, gestire le situazioni, prevenirle, scendere in campo con maggiore attenzione e non ripetere gli stessi errori... Da qui in avanti userò metodi diversi, perchè non si va a giocare traccheggiando, ma bisogna fare anche la fase difensiva... ma se non si migliora su quello che deve essere fatto...». E sul presunto rigore su Floro Flores: «Saccani non l’aveva dato, è stato decisivo il suo assistente: il fallo era nettamente fuori area. Così come mi è parsa evidente la forbice di Domizzi su Vucinic. Peccato, perchè nei primi 10 minuti, la Roma aveva interpretato bene la gara. C’è da dire, comunque, che sono emersi i nostri limiti. A questo punto siamo recidivi: certe manchevolezze, soprattutto in fase difensiva, le avevamo già evidenziate contro l’Inter. Perciò bisogna modificare qualcosa: nelle situazioni oppure negli uomini». Quindi sull’esclusione di Juan. «Abbiamo provato in fase di riscaldamento, ma esisteva la possibilità di peggiorare le cose e allora abbiamo preferito non rischiarlo».
E la capolista Udinese? Si gode la vetta riconquistata con la consueta moderazione. «Non so se questa sia stata la più bella partita della mia gestione friulana - esordisce il tecnico Marino - certo, tenendo conto dello spessore dell’avversario, abbiamo proprio fatto le cose in grande per cui bravi tutti... Ho la fortuna di poter alternare ottimi attaccanti che si impegnano al massimo in allenamento nell’ottica di una sana concorrenza e sanno farsi trovare pronti. Giovedi scorso contro il Tottenham, ad esempio, è stato decisivo Quagliarella...». E i tre di centrocampo, Isla, D’Agostino e Inler? «Non smetterebbero mai di correre: succede anche quando arrivano all’allenamento per compiere il percorso dall’auto allo spogliatoio... Scherzi a parte, abbiamo la necessità di recuperare qualche pedina come, ad esempio, Tissone». E ora Catania, Genoa, Spartak Mosca, Inter... «L’Udinese non può permettersi di guardare troppo avanti.

Adesso pensiamo soltanto alla gara di mercoledi a Catania, dove affronteremo la vera sorpresa del campionato». Quanto a Di Natale ha le idee chiarissime: «Abbiamo nettamente meritato di vincere, stavolta c’era una sola squadra in campo. Però il nostro obbiettivo rimane la salvezza...».

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