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Senza l’ombra di Zidane, Ribery libera tutto il suo talento

Paolo Marchi

nostro inviato a Parigi
6 COUPET. Impegnato poco, è fortunato nei momenti cruciali perché su Semioli nel primo tempo la palla si ferma un niente prima di entrare. Ma non è che gli azzurri lo abbiano impegnato più di tanto. Era serata di facile gloria quella di ieri sera.
6 SAGNOL. Difficile fare brutta figura per tutti i bleus ieri contro la piccola Italia di Donadoni. Sagnol, tra l’altro, ha davanti quel talentissimo di Ribery.
6,5 THURAM. Si mette lì al centro e Gilardino ha ben poco da fare contro Lilian e l’altro granatiere Gallas. Ha il pregio di non uscire e perdere la posizione, magari per anticipare un inesistente Cassano.
6,5 GALLAS. A livello di club vive travagli importanti, ma con la maglia della nazionale è una certezza. Sulla rete del vantaggio iniziale immagini al rallentatore lo danno in fuorigioco, nulla contro i 90 minuti di fuori dal gioco dell’Italia.
7 ABIDAL. Una spina nel fianco. C’è anche lui nell’1 a 0 che fa capire subito all’ospite campione del mondo (due mesi fa, ma sembrano anni) che non sarà serata felice. È anche fortunato perché l’arbitro non lo vede quando affonda Semioli che al 28’ pt stava per rialzarsi e toccare in rete l’eventuale 2 a 2.
8 RIBERY. Senza l’ombra di Zidane in campo, può liberare tutto il suo straordinario talento. Gioca ad alta velocità per tutto il campo e costruisce una infinità di cose utili. La Francia gira a mille attorno a lui.
7,5 VIEIRA. Un colosso. Se Makelele fa il lavoro sporco, più teorico che reale vista la seratina azzurra, il neo-interista è maestoso nelle falcate che tengono uniti i reparti.
6,5 MAKELELE. Un operaio a centrocampo, ma operaio scelto. Nei confronti suoi e di Vieira i centri italiani si sono ridotti a formato Pollicino (e Gattuso e Pirlo sono stati da sufficienza, incredibile ieri)
6,5 MALOUDA. La legnata da 30 metri che Buffon non ferma, regala a Henry l’opportunità di entrare nei marcatori.
8 GOVOU. Se la ricorderà a lungo questa partita. È stata la sorpresa della serata. Preferito a Saha, ripaga subito la fiducia di Domenech, terminale di chirurgica precisione al 2’. E in avvio di ripresa dimostrerà coraggio nell’entrare su pallone e testa di Cannavaro. Eroico.
7 HENRY. Un fulmine, un pericolo costante, un leader. L’1 a 0 parte da lui, il 2 a 0 termina con lui. È sempre il solito cobra che ti avvelena appena lo lasci libero.

All. Domenech 7. Finalmente una serata vincente contro una nazionale italiana. Battuto prima da Maldini (under) e poi da Lippi (la finalissima a Berlino), trova nell’Italietta di Donadoni il burro e l’autostrada per affondare e raccogliere gloria.

Anche se il suo pubblico continua a vederlo con un occhio storto.

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