Salvo Mazzolini
da Berlino
A pochi giorni dal rilascio dell'archeologa tedesca presa in ostaggio in Irak, Susanne Osthoff, il governo di Berlino è alle prese con un nuovo rapimento. Ma questa volta più clamoroso perché riguarda uno dei personaggi di spicco della diplomazia tedesca: Jürgen Chrobog, 65 anni, ex sottosegretario agli esteri ed ex ambasciatore a Washington. Chrobog è stato rapito nello Yemen insieme alla moglie e i tre figli mentre era in viaggio sulla strada che collega Aden con la provincia di Schabwa. Erano giunti nello Yemen il 24 dicembre su invito dell'ex ambasciatore yemenita a Berlino.
Dopo aver trascorso il Natale a Sanaa, la capitale, la famiglia Chrobog si era unita ad una comitiva di turisti tedeschi che partecipavano ad un viaggio organizzato per visitare la parte orientale del Paese. Sulle circostanze del rapimento, avvenuto il 27, ci sono versioni contrastanti. Secondo alcune fonti l'auto sulla quale viaggiava il diplomatico con moglie e figli era l'ultima del convoglio ed è stata bloccata dai rapitori che con armi in pugno hanno costretto i cinque passeggeri a salire su un camion che si è poi allontanato a tutta velocità. Sembra che la famiglia Chrobog sia stata sequestrata durante la sosta in un ristorante.
Non è la prima volta che cittadini occidentali vengono rapiti nello Yemen. Ben duecento sono i sequestri avvenuti negli ultimi dieci anni, quasi sempre conclusisi con il rilascio degli ostaggi. Solo nel 98 un sequestro finì tragicamente poiché l'esercito decise di intervenire con un'azione di forza e durante l'attacco furono uccisi quattro ostaggi. Nella maggior parte dei casi i rapitori sono banditi che agiscono per denaro. Ma ultimamente sono aumentati i sequestri a sfondo politico organizzati o da gruppi legati al terrorismo islamico oppure da gruppi impegnati nella guerriglia contro il governo centrale di Sanaa. In alcuni casi i sequestratori, in cambio del rilascio dei prigionieri, hanno chiesto e ottenuto dal governo centrale l'impegno a costruire scuole e strade.
L'ultimo sequestro prima di Chrobog risale alla settimana scorsa e riguarda due turisti austriaci poi liberati in seguito al pagamento di un riscatto. Secondo l'unità di crisi che è stata subito costituita a Berlino, per il rilascio della famiglia Chrobog sarebbe stata chiesta la liberazione di alcuni prigionieri detenuti ad Aden. Ma non è chiaro se si tratta di detenuti in carcere per reati comuni oppure perché legati alla guerriglia o a movimenti islamici.
Per ironia della sorte Chrobog, che da un anno aveva lasciato il servizio diplomatico, era noto al grande pubblico perché nel 2003 fu incaricato di negoziare il rilascio di quattordici turisti, nove dei quali tedeschi, catturati nel Sahara dai terroristi islamici. Un sequestro che durò a lungo e in cui furono coinvolti vari governi africani, ma che grazie all'abilità diplomatica di Chrobog si concluse con la liberazione di tutti gli ostaggi.
In seguito a quella vicenda il ministero degli Esteri di Berlino decise di stilare un elenco dei Paesi a rischio invitando i turisti tedeschi ad evitarli.
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