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Una serata con i Negrita
Simone Mercurio
Probabilmente rappresentavano la rock band italiana più americana, grazie alla loro capacità di fondere con la tradizione melodica nostrana il sound robusto alla Rolling Stones. Con il nuovo disco da qualche mese nei negozi, il loro sound si è radicalmente trasformato. Loro sono i Negrita e, dopo alcuni spostamenti di luogo (inizialmente il concerto era previsto alle Terme di Caracalla), saranno lunedì sera al Wonderville, accanto alla Basilica di San Paolo Fuori le Mura.
Con il nuovo lavoro «Luomo sogna di volare», uscito da qualche mese, dopo quattro album e una raccolta i Negrita, dunque, sembrano abbandonare il sound rock che gli ha dato il successo per approdare a ritmi più sudamericani. Questa ultima fatica nasce infatti da un viaggio fatto in Sudamerica dove i Negrita si sono lasciati volutamente influenzare dalle sonorità di questa terra. Il disco, il primo realizzato senza il dimissionario batterista Zama, è caratterizzato da ballate etniche e da canzoni prevalentemente pop con episodi di contaminazione musicale come la prima traccia del disco e primo singolo, «Sale», dove limpianto rock aggressivo, uno dei pochi esempi dellalbum, è unito a un rap al vetriolo di Gabriel OPenasador, uno dei musicisti sudamericani che hanno collaborato alla realizzazione del disco. «Sale» è una delle due canzoni politiche, laltra è il «Branco», brano di chiusura dellalbum, dei dieci pezzi proposti dal gruppo toscano in questo nuovo lavoro. «Greta» è una delle ballate più orecchiabili del disco ispirata a un persona realmente esistente, mentre «Destinati a perdersi» è un brano malinconico che ricorda un po i pezzi contenuti in «Paradisi per illusi» (1995), secondo album della band. «Rotolando verso sud» riassume la filosofia musicale dellalbum e risente della produzione di Manu Chao. «Il Mio Veleno» e «Alzati Teresa» sono due dei pezzi più energici e veloci del cd. Immancabile il pezzo cantato da Drigo, il chitarrista del gruppo, «Tutto Bene», ormai una tradizione che si rinnova di album in album. In definitiva, dunque, un album e una nuova versione dei Negrita che ha spiazzato i fan dei primi dischi della band decisamente più rock e che vede un cambiamento di stile e sonorità, forse necessario per dare nuova linfa e idee alla band.
Probabilmente rappresentavano la rock band italiana più americana, grazie alla loro capacità di fondere con la tradizione melodica nostrana il sound robusto alla Rolling Stones. Con il nuovo disco da qualche mese nei negozi, il loro sound si è radicalmente trasformato. Loro sono i Negrita e, dopo alcuni spostamenti di luogo (inizialmente il concerto era previsto alle Terme di Caracalla), saranno lunedì sera al Wonderville, accanto alla Basilica di San Paolo Fuori le Mura.
Con il nuovo lavoro «Luomo sogna di volare», uscito da qualche mese, dopo quattro album e una raccolta i Negrita, dunque, sembrano abbandonare il sound rock che gli ha dato il successo per approdare a ritmi più sudamericani. Questa ultima fatica nasce infatti da un viaggio fatto in Sudamerica dove i Negrita si sono lasciati volutamente influenzare dalle sonorità di questa terra. Il disco, il primo realizzato senza il dimissionario batterista Zama, è caratterizzato da ballate etniche e da canzoni prevalentemente pop con episodi di contaminazione musicale come la prima traccia del disco e primo singolo, «Sale», dove limpianto rock aggressivo, uno dei pochi esempi dellalbum, è unito a un rap al vetriolo di Gabriel OPenasador, uno dei musicisti sudamericani che hanno collaborato alla realizzazione del disco. «Sale» è una delle due canzoni politiche, laltra è il «Branco», brano di chiusura dellalbum, dei dieci pezzi proposti dal gruppo toscano in questo nuovo lavoro. «Greta» è una delle ballate più orecchiabili del disco ispirata a un persona realmente esistente, mentre «Destinati a perdersi» è un brano malinconico che ricorda un po i pezzi contenuti in «Paradisi per illusi» (1995), secondo album della band. «Rotolando verso sud» riassume la filosofia musicale dellalbum e risente della produzione di Manu Chao. «Il Mio Veleno» e «Alzati Teresa» sono due dei pezzi più energici e veloci del cd. Immancabile il pezzo cantato da Drigo, il chitarrista del gruppo, «Tutto Bene», ormai una tradizione che si rinnova di album in album. In definitiva, dunque, un album e una nuova versione dei Negrita che ha spiazzato i fan dei primi dischi della band decisamente più rock e che vede un cambiamento di stile e sonorità, forse necessario per dare nuova linfa e idee alla band.
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