Livorno, Parma, Brescia, Empoli, Vicenza. Sulla carta non ci sarebbe stata storia: corazzate costruite apposta per tornare in serie A e nel più breve tempo possibile. E invece, una giornata oltre il giro di boa, la serie B delle sorprese scopre una nuova capolista. La rivoluzione che non t'aspetti parte dal Sud e si chiama Bari. Paradosso. Guidati da un leccese doc come Antonio Conte, i galletti pugliesi si ritrovano al comando della serie cadetta. E il primato, con gli amaranto toscani che impattano in casa con l'Avellino, è durato più di una sola notte d'inverno. Non succedeva da vent'anni, stagione 1988-'89. All'epoca gli idoli di casa si chiamavano Maiellaro e Loseto, Carrera e Perrone. Promozione fu, staccando tutti i rivali assieme al Genoa del professor Scoglio. Altri tempi. E i baresi non avevano ancora messo piede al San Nicola. Oggi la tifoseria torna a riempire l'«astronave» del calcio lucidandosi gli occhi ai dribbling di Pedro Kamata, raccontando la favola di Ciccio Caputo da Altamura (salito alla ribalta dalla C2), ma soprattutto saltellando ai gol di Paulo Vitor Barreto De Souza. Undici finora a essere precisi, pesantissimi. L'ultima doppietta a colpi di finte e palla all'angolino, il brasiliano girato dall'Udinese, l'ha messa a segno venerdì sera a Trieste. Sono valsi la quinta vittoria consecutiva in campionato, un record per il Bari visto che ad inanellare un simile filotto, prima di Conte, c'erano riusciti Catuzzi (annata '81-'82), Fascetti ('96-'97) e Tardelli (2002-'03). Nomi che hanno fatto, almeno nei primi due casi, la storia del club. L'appuntamento per il sesto successo dal sapore di Guinness assoluto in riva all'Adriatico passa per lo scontro di sabato pomeriggio con il Frosinone del fresco ex Cavalli, appena ceduto in prestito nel mercato di gennaio. Finestra in cui il Bari è stato particolarmente attivo, rafforzandosi con gli arrivi dei centrocampisti Doumbia ed Edusei, l'attaccante Kutuzov e l'atteso ritorno di Lanzafame. Non si escludono altri «colpi». Conte, abituato a guardare avanti con i piedi per terra, adesso ci prende gusto: «La classifica? La guardiamo con occhio critico: questa squadra è stata costruita in estate per un torneo di transizione: ora sono mutati gli eventi. Ci siamo mossi in maniera precisa in queste prime fasi di mercato: abbiamo rispedito alle case madri i giovani mandati a Bari per maturare, acquisendo giocatori di livello che ci permettano di compiere fin da quest'anno il salto di categoria. Ci godiamo la vittoria con la Triestina e il primo posto momentaneo (c'è Brescia-Sassuolo che va recuperata, ndr) ma dobbiamo subito pensare al Frosinone». Anche il presidente Vincenzo Matarrese non nasconde le speranze che questo, finalmente, sia quello buono per la svolta. «Con così tante novità non m'aspettavo di raccogliere già questi risultati. Il tecnico Conte e il direttore sportivo Perinetti stanno facendo un gran lavoro». E la mano del preparatore atletico Giampiero Ventrone (l'uomo in più di Marcello Lippi prima al Napoli, poi nel ciclo juventino) sta raccogliendo i primi frutti. Lo confermano i numeri.
Ventidue partite, la metà vinte; 25 reti fatte; soltanto 18 subite. Perché il sogno del Bari di nuovo in vetta si avveri mancano però le classiche venti «finali». Non è consentito soffrire di vertigini. «Non proprio ora», chiede il popolo biancorosso dopo otto stagioni di sofferenze.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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