Gianandrea Zagato
In sciopero non per chiedere più soldi in busta paga bensì per pretendere investimenti. Accade ai caselli della Serravalle dove, ieri, per dodici ore (spalmate su tre turni) i casellanti hanno incrociato le braccia. Nel mirino la gestione dellautostrada, dopo che Filippo Penati ne ha conquistato la maggioranza.
Lavoratori indisponibili, sostengono Cgil-Cisl-Uil, a considerare le reti autostradali «come fossero una macchinetta fabbrica soldi» invece di «un prezioso patrimonio pubblico». Visione diametralmente opposta a quella degli «scalatori della società» e al «vertice aziendale troppo occupato a rispondere alle manovre finanziarie» piuttosto che mettere in campo «una politica di investimenti e di rilancio gestionale della concessionaria che gestisce le tangenziali milanesi e lautostrada Milano-Genova». Fotografia della Triplice che rovina la festa al presidente diessino proprio alla vigilia dellassemblea di Asam, lholding per le infrastrutture che incorpora quel 52,7 di Serravalle posseduto dalla Provincia di Milano.
«Quando si cambia pelle a una società, si crea una piccola Iri e ci si sottrae al vincolo degli amministratori-proprietari cè il rischio che si perdano di vista gli obiettivi gestionali e programmatici della società stessa» osserva Dario Balotta. Annotazione che il segretario regionale della Fit-Cisl fa seguire dal ricordo della «recente débâcle del piano neve che ha causato pesanti disagi agli automobilisti: «Disagi evitabili se lazionista di maggioranza della società anziché prediligere lo sfruttamento dei pedaggi e la rendita finanziaria, si fosse premurato di produrre servizi di supporto efficienti agli automobilisti, che quindi sono considerati solo come pecore da tosare».
Considerazioni che non fermano però la strategia autostradale di Penati: il 22 dicembre si riunisce, infatti, lassemblea di Asam per il rinnovo del consiglio damministrazione. Allordine del giorno ci sono le dimissioni del board per far posto al nuovo cda (previsto il passaggio da tre a cinque consiglieri), il via libera allaumento di capitale da un miliardo di euro, la modifica dello statuto e, infine, la decisione di vendere, tramite asta pubblica, le quote detenute dalla Provincia nelle autostrade Cisa (6,26 per cento) e Serenissima (5,25 per cento). Pacchetto che lex sindaco dellex Stalingrado dItalia ha confezionato su misura per il neo presidente di Asam, Giulio Sapelli. Lattuale presidente uscente di Meta Modena, la utility emiliana che si è appena fusa con Hera Bologna, ha già espresso parere positivo sul progetto Asam - «può contribuire a razionalizzare gli interventi nel settore infrastrutturale» - e dichiarato di «stimare» Penati quale «amministratore di valore».
Valutazioni pro-piccola Iri che provocano una vivace reazione firmata Forza Italia: «Il professor Sapelli non tiene in considerazione la storia della Serravalle, le responsabilità politiche dellamministrazione del centrosinistra nella dilapidazione delle risorse pubbliche. Fatti che, evidentemente, hanno suggerito alla Regione Lombardia di non accettare lofferta di quel matrimonio dinteressi che Penati voleva siglare con il Pirellone o meglio tra Asam e Ferrovie Nord» fa sapere Bruno Dapei. Che invita quindi «il professor Sapelli a fare un ripasso delle cronache economiche e milanesi di questi mesi e, soprattutto, a rileggersi i verbali dei consigli provinciali, dove emerge la volontà della maggioranza Penati di boicottare le grandi opere infrastrutturali».
Dati di fatto che potrebbero sconsigliare Forza Italia a occupare una delle poltrone nel cda «riservate» da Palazzo Isimbardi alla minoranza. Decisione che sarebbe dunque in linea con la battaglia politica fatta dagli azzurri nellaula consiliare di via Vivaio, dove si sarebbe consumato uno «scippo» ai danni della neonata Provincia di Monza e Brianza. Aspetto questultimo non trascurabile di una ingarbugliata matassa finanziaria-politica su cui pende, tra laltro, un ricorso al Tar e un esposto alla Corte dei conti.
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